Come già anticipato, dal primo gennaio cambio alla guida di Banca Centro Credito cooperativo Toscana-Umbria, l’istituto bancario nato all’inizio dell’anno dalla fusione tra le ex Bcc Umbria e Banca Cras. Carmelo Campagna succederà a Palmiro Giovagnola.
Risiko bancario, Tesei:
“Vigilanza e indirizzo grazie alle relazioni”
L’annuncio ufficiale è stato fatto dai due interessati, riuniti nella sede direzionale della banca, a Moiano di Città della Pieve, insieme al vicepresidente dell’istituto Florio Faccendi, al direttore generale Umberto Giubboni e al condirettore generale Marcello Morlandi.
Come cambia la rappresentanza in Banca Centro
Smentendo voci di conflittualità interne, lo stesso Giovagnola ha definito l’avvicendamento “una discontinuità nel segno della continuità”.
A prendere il suo posto alla presidenza, come detto, l’attuale consigliere e membro del Comitato esecutivo, Carmelo Campagna, ternano, 58 anni, affermato dottore commercialista e presidente della società finanziaria regionale Gepafin. Un ruolo, quest’ultimo, che farebbe presupporre un riequilibrio verso l’Umbria di Banca Centro. Che vedrà una pur lieve predominanza nel Consiglio di amministrazione dei toscani (5) sugli umbri (4). Mentre al Trasimeno resta la sede, a Moiano.
Così come Giovagnola, che è all’interno del mondo della cooperazione di credito dal 1983, anche Campagna ha una forte esperienza in questo ambito essendo stato vicepresidente di Bcc Terni e Valnerina oltre 10 anni fa e avendo seguito, prima in Crediumbria e poi in Bcc Umbria, tutte le operazioni che, di fusione in fusione, hanno portato alla nascita di Banca Centro, all’interno del Gruppo bancario cooperativo Iccrea.
Insomma, un presidente un po’ più tecnico rispetto ad uno proveniente dal mondo politico. Anche se Giovagnola (già vice presidente della Provincia di Perugia, quando le Province contavano) in tanti anni in cui è stato tra i registi delle varie fusioni nel mondo Bcc, ha acquisito una notevole esperienza nel mondo finanziario.
Il bilancio di Giovagnola
“È stato un anno molto difficile – ha detto Giovagnola facendo un bilancio del progetto di fusione e del primo anno di vita dell’istituto bancario –. Oltre alle complessità insite nel processo aggregativo si è aggiunta la pandemia che tra smart working, congedi e quarantena ha tenuto a casa, in alcuni periodi, fino al 40 per cento dei nostri collaboratori. Nonostante ciò, la banca ha retto bene e prevediamo di chiudere positivamente l’esercizio. Ciò dimostra la validità del progetto di fusione: senza di esso sarebbe stato molto più difficile gestire questa fase”.
I numeri
Nel dettaglio, a settembre la raccolta globale, in crescita, ha raggiunto i 2,07 miliardi di euro e gli impieghi lordi alla clientela 1,24 miliardi di euro. “La banca ha rispettato criteri di patrimonializzazione importanti – ha spiegato il direttore generale Giubboni a margine dell’incontro –. I risultati sono in linea con il piano industriale, nonostante tutto quello che abbiamo dovuto gestire in termine economici e di salvaguardia della salute. La fusione ha prodotto i risultati attesi e ci ha consentito di gestire uno dei periodi più imprevisti degli ultimi cinquant’anni”. Relativamente all’emergenza Covid, Banca Centro ha messo a disposizione un plafond di 70 milioni di euro, sospendendo 4.525 finanziamenti rateali (dati a ottobre 2020) e rispondendo al Decreto ‘Liquidità’ con 43 milioni di euro di prestiti, pari a oltre 2mila operazioni. Rispetto alle misure quali Ecobonus e Sismabonus, Banca Centro ha deliberato un primo plafond di 25 milioni di euro destinato all’acquisto di credito di imposta da privati e imprese.
Campagna traccia le nuove linee
Superato questa fase, l’istituto bancario va ora verso un processo di ulteriore consolidamento e sviluppo organizzativo, seguendo alcune linee guida esplicate da Campagna. “Innanzitutto – ha commentato il futuro presidente –, dobbiamo avere le capacità di far parte di un grande gruppo bancario quale è Iccrea, il terzo per dimensioni in Italia, mantenendo la tradizionale vicinanza ai soci e ai clienti sui territori. Poi, il tema della trasformazione digitale per migliorare i livelli di analisi e comprensione. Infine, fondamentale, dobbiamo quotidianamente porci la domanda del perché un cliente o un socio entrino nelle nostre banche: la risposta ci consentirà di mantenere quel rapporto di vicinanza ai territori e i servizi necessari alla vita delle imprese e delle famiglie”.