Già 50 iscritti per l'evento promosso da Unione ciclistica e Ormesa
Una giornata per sancire il potere dello sport e dell’inclusività. Sarà questo Avanti tutti!, l’iniziativa dedicata allo sport e all’inclusività, organizzato per domenica 7 maggio al Ciclodromo Casini di Foligno.
La presentazione
La presentazione dell’evento alla Sala Pio La Torre del palazzo comunale di Foligno, alla presenza del sindaco Stefano Zuccarini. Al tavolo dei relatori Elena Menichini (Ceo di Ormesa); Moreno Petrini (Presidente dell’Unione Ciclistica Foligno); Daniela Zaccardi (Direttore Sportivo Unione Ciclistica Foligno Start). Presenti anche il dott. Mauro Zampolini (Direttore del Dipartimento di Riabilitazione USL Umbria 2, Direttore Medico ad Interim dell’Ospedale di Foligno, Presidente della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica e Presidente della Sezione della Specialistica Europea in Medicina Fisica e Riabilitazione) e la dott.ssa Michela Lorenzini (medico specialista in Fisiatria e Medicina dello Sport e Responsabile del Centro Ausili Aziendale USL Umbria 1).
Cinquanta iscritti
I piccoli partecipanti, che potranno presentarsi in sella a tricicli adattati o biciclette, saranno coinvolti in attività ludico-sportive a gruppi misti, nel segno del divertimento e del riconoscimento reciproco: ad accogliere i ragazzi ci sarà un team di fisioterapisti e gli istruttori della Unione Ciclistica Foligno Start, promotori dell’iniziativa a fianco di Ormesa, azienda specializzata nella progettazione e produzione di ausili per la mobilità e la postura di persone in età evolutiva e adulta. Già 50 gli scritti.
Gli obiettivi dell’evento
Obiettivi di questa giornata: incentivare bambini e famiglie a costruire percorsi di inclusione stimolanti e divertenti e contribuire ad avviare una riflessione collettiva che consenta il superamento di stereotipi e resistenze al cambiamento. Perché ogni persona, qualunque sia il suo grado di abilità fisiche, intellettuali ed emotive, ha il diritto di vivere una vita sana e felice in un contesto favorevole ed accogliente.
Per partecipare ai giochi è necessario scrivere una mail a eventi@ormesa.com.“L’obiettivo della nostra attività – ha spiegato Elena Menichini – è quello di contribuire a migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro caregivers perché crediamo che entrambi siano parti integranti della nostra società. Non dovrebbe esistere la parola “inclusione” così come “disabilità”, ma piuttosto diversità nelle rispettive capacità. Sono contenta ed emozionata nel confermare la seconda edizione di questo evento richiesto fortemente non solo dai piccoli triciclisti, desiderosi di giocare e socializzare come tutti i bambini, ma soprattutto dalle famiglie che prima non conoscevano la ricchezza e la bellezza dell’interazione sportiva. Vorrei che questa piccola testimonianza andasse oltre i nostri confini locali, giungendo alle istituzioni e alle altre famiglie, rendendole consapevoli del fatto che un presente fatto di pari diritti non è solo doveroso, ma possibile”.
Il ruolo della riabilitazione
A sottolineare la centralità del ruolo dello sport e del gioco per il bambino con disabilità, è il dottor Mauro Zampolini. “La riabilitazione – ha spiegato – è una fase importante; però senza un’attività successiva o contemporanea che consista nell’agire sul contesto familiare, sociale, ambientale attraverso la promozione del movimento e dello sport, inteso non solo come allenamento ma anche e soprattutto come elemento di socializzazione, i risultati finali perderebbero d’efficacia. Fare riabilitazione senza mantenere i benefici clinici dell’attività riabilitativa continuata nel contesto quotidiano (in famiglia, a scuola, nel centro sportivo) significherebbe impoverirla, relegandola soltanto all’interno delle mura ospedaliere con benefici ben più limitati“.
“Servono ausili dedicati anche alla pratica sportiva”
Sull’importanza della promozione del movimento e dello sport è intervenuta anche la dott.ssa Michela Lorenzini. “Quando come fisiatra mi viene richiesto di prescrivere un ausilio – ha dichiarato – molti genitori di bambini con disabilità purtroppo non valutano l’opzione di un ausilio legato alla pratica sportiva. Nonostante questo è fondamentale cercare di proporre, oltre a degli ausili adatti, degli sport specifici a seconda del tipo di patologia, perché attraverso lo sport il bambino può sperimentare dinamiche di gruppo e appartenenza senza limitazioni, confrontandosi con gli altri e aumentando la propria autostima, con benefici non solo fisici ma anche psicologici.”
La testimonianza dell’atleta
Particolari le testimonianze di chi la disabilità e il potere dello sport lo hanno toccato, a partire da Francesco Felici, diventato nel giro di poco numero tre al mondo Juniores di tennis. “Lo sport mi ha insegnato tanti valori – ha detto – mi ha fatto conoscere un mondo che conoscevo meno. Nello sport uno si confronta, puoi vincere o perdere ma nel momento in cui giochi la partita, non hai scuse. Se giochi male perdi, non c’è nessuno che ti aiuta”.
La testimonianza del sindaco
Testimonianza importante anche da parte del sindaco Stefano Zuccarini: “Il mondo dello sport lo conosciamo – ha detto – per me ha significato recuperare spazi vitali, anche se non era poi la vita normale. Ognuno ha avuto uno sport. Io, prima dell’incidente, praticavo motocross e arrampicate. Poi ho scelto quello che era più affine alle mie inclinazioni e ora faccio volo, lasciando la carrozzina a terra torno ad essere una persona normale. Non è importante il tipo di sport, ma il potere dello sport: non ci sono scuse o protezioni“.