Cosa è cambiato per chi è alle prese con l’autismo dopo la promulgazione dell’apposita legge un anno fa? Se ne parlerà venerdì alla Sala Frau a partire dalle ore 15 durante l’incontro dal titolo “Lo stato dell’arte della legge 134/2015 ad un anno dalla sua promulgazione: dal nazionale al locale, quali prospettive?“.
Ad aprire il pomeriggio di riflessioni sarà l’intervento del vicesindaco di Spoleto Maria Elena Bececco, seguito da quello di Serenella Banconi, presidente della cooperativa Il Cerchio, di Imolo Fiaschini, direttore generale dell’Usl Umbria 2, di Paola Carnevali, presidente di Angsa Umbria onlus; quindi interverranno il direttore della Caritas diocesana di Spoleto – Norcia Giorgio Pallucco e la presidente della cooperativa La Locomotiva Francesca Cesarini.
Alle 15,45 la prima sessione di approfondimento: “Stato dell’arte della legge nazionale e ricadute sul sistema regionale”. Moderatore sarà Sandro Corsi, mentre gli interventi saranno dell’onorevole Marina Sereni, vice presidente della Camera dei Deputati, del senatore Gianluca Rossi, firmatario della legge, e dell’assessore regionale alla salute ed al welfare Luca Barberini.
Alle 16,45 la seconda sessione di approfondimento dal titolo “Livello regionale: quali prospettive?”, moderato da Costantino Cacciamani e con la presenza di: Angiolo Pierini, responsabile centro regionale disturbo dello spettro autistico; Antonia Tamantini, direttore dipartimento di salute mentale Usl 2; Marco Grignani, psichiatra dipartimento salute mentale Usl 1; Sabrina Boarelli, già direttore reggente dell’Ufficio scolastico regionale; Simona Antinarelli, direttore distretto di Spoleto Usl 2; Moira Paggi, consigliera Angsa Umbria onlus. Seguirà dibattito.
“L’evento proposto – spiegano gli organizzatori – desidera fare il punto sullo stato dell’arte della legge sull’autismo a poco più di un anno dalla sua promulgazione: evidenziando i suoi aspetti positivi e le criticità esistenti sia in ambito nazionale che in quello regionale. Trovarsi nella condizione dello spettro autistico comporta per tutta la famiglia e per chiunque viva accanto a persone con questo disturbo momenti di smarrimento, sconforto, la reazione più naturale sarebbe quella dell’evitamento, dell’isolazione e per troppi anni questo è stato ciò che le famiglie hanno vissuto. L’intento è quello di creare un’occasione per riuscire a colloquiare, confrontarsi, prospettare percorsi reali ed esigibili di presa in carico condivisa fra tutte le realtà della società civile: istituzioni, associazionismo e cooperazione sociale; così che il disturbo dello spettro autistico non sia più evitato, bensì attraversato e compreso“.