In tempo di crisi aumenta anche in provincia di Perugia la propensione delle imprese a far lavorare in nero i propri dipendenti, tentando di ridurre le ingenti spese di contributi e previdenza annesse a un regolare contratto di lavoro. Con questo fenomeno si spiega l'aumento registrato dai sindacati in tutta la provincia del numero delle denunce di lavoratrici e lavoratori per comportamenti illegali da parte delle aziende, come il ricorso al lavoro nero e grigio, l'utilizzo di contratti parasubordinati fittizzi o il part time di facciata.
La conferma di questo fenomeno preoccupante è arrivata nel corso dell'incontro tra Cgil, Cisl e Uil della provincia di Perugia e il direttore dell'Ispettorato provinciale del Lavoro Paola Della Valle che si è tenuto lunedì. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto l'incontro per denunciare i segnali di allarme che sempre più spesso arrivano dai luoghi di lavoro e chiedere dunque una fattiva collaborazione, volta a prevenire e reprimere fenomeni di illegalità, che, spesso, mettono in discussione i diritti fondamentali di chi lavora, in primo luogo quello alla sicurezza.
“La dottoressa Della Valle – riferiscono Cgil, Cisl e Uil – ci ha dato la massima disponibilità a lavorare insieme per intensificare l'attività di controllo, intervenendo non solo a seguito di segnalazioni da parte dei lavoratori, ma anche su indicazione dei sindacati, che possono indirizzare efficacemente ispezioni e verifiche”.
Intanto, Cgil, Cisl e Uil hanno inviato richieste di incontro anche alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri. L'intento è quello di affrontare con una rinnovata determinazione il fenomeno dell'illegalità nei luoghi di lavoro. “Sentiamo questa esigenza – spiegano ancora i tre sindacati – perché ci sembra che si stia facendo strada, anche nella nostra provincia, una strana idea, quella che, tutto sommato, in tempi di crisi, un lavoro nero si meglio di un non lavoro. Ma questa idea malsana non può che trascinare l'Umbria verso quelle regioni italiane in cui il lavoro nero è strutturale e alimenta un'economia illegale alla quale va assolutamente posto subito un argine. Noi – concludono i sindacati – intendiamo fare di tutto per impedire la deriva”.