Luca Biribanti
Sito strategico, punto d'eccellenza, elemento fondamentale dell'industria italiana, eccellenza di manodopora, futuro per la città di Terni, eppure per l'Ast-Tk non si riesce a trovare una soluzione al passaggio di proprietà. Parole che in questi giorni di fitto dibattito politico sono state ripetute all'infinito, in forma diversa, ma nella sostanza hanno espresso il disperato tentativo di salvare una situazione che sembra tanto complicata.
Complicata perchè ci si rende conto che i destini delle acciaierie di Terni si giocano su ben altri tavoli rispetto a quelli italiani, tantomeno locali: se non fosse stato per il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, la vicenda Ast non avrebbe forse neanche trovato un interlocutore valido con cui lavorare per portare alla conoscenza del governo della situazione di crisi. E grazie al professor De Vincenti sembra che qualcosa si stia muovendo, con la doppia seduta straordinaria di oggi del consiglio comunale, alla quale hanno partecipato rappresentanti di spicco del governo.
Non chiamatela vertenza, la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, ha tenuto a sottolineare “che occorre non cadere nella trappola di considerare questa una vertenza, ma una crisi dovuta al mancato impegno degli attuali proprietari”. Il dibattito politico si fa acceso, viste le allarmanti notizie giunte da Londra che confermano quanto si temeva: i finlandesi di Outokumpu non hanno ritenuto meritevoli di considerazione le offerte presentate dai candidati all'acquisto delle acciaierie. Particolarmente pesanti le parole di questa mattina di Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento Europeo: “Le prossime saranno settimane decisive per definire i dettagli della compravendita, noi, come parlamento europeo, siamo pronti e schierati. Chiederò al ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato (in questi giorni a Bruxelles, ndr), di mettere Terni in cima alle priorità da affrontare nella conferenza con la Commissione Europa. Le acciaierie di Terni rappresentano un punto d'eccellenza per tutta la siderurgia europea”.
Parole chiare quelle dell'Angelilli che si schiera tra coloro che vorrebbero spostare il piano del confronto politico sul tavolo del governo che, in realtà, sembra aver ben altro a cui pensare e preso in problematiche di altra sorta. Lo scenario internazionale che si profila sembra molto lontano da Palazzo Chigi: ancora una volta ci si trova in balia di notizie che arrivano da lontano, questa volta da Londra, dove ieri il Ceo Outokumpu, Seitorvita, ha dato il ben servito ai concorrenti per l'acquisto del polo siderurgico ternano. Sull'asse Finlandia-Germania si gioca il futuro delle acciaierie, lo ha capito anche l'europarlamentare Roberto Gualtieri, che nella conferenza di questa mattina a Palazzo Spada ha chiesto che “la commissione europea faccia pressione sul governo finlandese”.
L'allarme è stato suonato anche dall'onorevole Marina Sereni, vicepresidente della Camera dei Deputati: “Abbiamo assistito a un'evoluzione inaspettata e non positiva che il governo e il presidente Letta stanno valutando attentamente”.
Nella seduta di oggi si è svolto il consiglio comunale straordinario congiunto a quello provinciale per l'approvazione di un documento, approvato all'unanimità, che ha questi punti saldi:
Gestione della situazione da parte della presidenza del consiglio
– il governo impegni la commissione europea
– venga coinvolto anche il governo finlandese che possiede il 33% delle azioni Outokumpu
– verificare e i piani industriali bocciati da Outokumpu
– portare la questione sul tavolo del parlamento europeo
– impegnare il parlamento europeo affinchè scelga una data entro cui risolvere la vertenza
– formazione di una commissione tecnica che possa monitorare la situazione
Intanto il 29 maggio ci sarà un incontro a Roma, nella sede del Mise, tra le istituzioni locali, rappresentanti del governo e dei vertici Outokumupu, per avere chiarimenti sul rifiuto delle offerte di Asperam e del fondo statunitense Apollo, ma soprattutto per avere tempi certi su una questione che non può più essere rimandata, visto che nel frattempo gli ordini e le vendite dell'Ast continuano a scendere, svalutando l'intero sito produttivo.
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