Luca Biribanti
È clamoroso il risvolto che c'è stato nell'ambito della trattativa di cessione delle acciaierie di Terni da parte di Outokumpu. La bandiera tedesca sarà di nuovo issata in Viale Brin, sotto l'egida della Thyssen Krupp, la multinazionale con la quale i finlandesi hanno trovato l'accordo per la vendita. Cosa verrà nelle tasche dei finlandesi? Una cifra non proprio irrisoria: l'azzeramento del debito da 1,2 miliardi nei confronti della multinazionale tedesca.
Dietro questa manovra ci sono logiche economico-finanziarie molto complesse che trovano una spiegazione nell'ambito della doppio fronte sul quale Outokumpu voleva precisi obiettivi: azzerare il debito con Thyssen e avere il nulla osta dalla Commissione Europea per l'Inoxum.
In questo valzer di cessioni e acquisizioni la Thyssen cederà il suo 30% di quote di Outokumpu a vantaggio di alcuni acquirenti istituzionali, come Solidium e Ahlstrom Capital, con lo scopo di poter emettere nuove azioni.
In un comunicato diramato dalla stessa multinazionale finlandese si legge chiaramente che la cessione dell'Ast a Thyssen “risponde ai vincoli imposti dalla Commissione Europea. La cessione di Ast, Terninox, Aspasiel, tubificio e società delle fucine […], è soggetta all'approvazione della Commissione Europea”.
Il Ceo di Outokumpu, Mika Seitorvita, giudcia positivamente la vicenda: “Per Terni è un bene, e il nostro bilancio viene significativamente rafforzato”.
I tempi per la chiusura della trattativa dovrebbero essere quelli indicati nei giorni scorsi, verosimilmente entro il primo trimestre del 2014.
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