Dopo le polemiche sui presunti scarichi di scorie siderurgiche, Ast ha diffuso una nota per chiarire la sua posizione: “In riferimento a quanto apparso su alcuni organi di stampa in merito a presunti smaltimenti di scorie siderurgiche presso il sito di Nera Montoro, si precisa che Acciai Speciali Terni – almeno dal 1994, data di acquisizione dell’acciaieria da parte di ThyssenKrupp – non ha mai conferito residui di lavorazione di alcuna natura presso il sito in oggetto.
Le difficoltà logistiche e operative legate al trasporto di tali materiali di risulta a circa 20 km di distanza avrebbero reso tale operazione tutt’altro che agevole ed economicamente vantaggiosa, rendendo più logico che tali materiali venissero conferiti – come di fatto è sempre avvenuto – in aree limitrofe all’acciaieria, dedicate da tempo allo scopo e via via adeguate ai dettami legislativi e alle norme di buona tecnica vigenti.
Quanto sopra è confermato anche dalla tipologia di inquinanti rilevati a Nera Montoro, stando a quanto riportato dalla stampa. Le sostanze maggiormente presenti, piombo e arsenico, sono del tutto estranei, o presenti solo in quantità trascurabile, nei rifiuti siderurgici derivanti dal ciclo di fabbricazione che si usa a Terni ormai da decenni.
L’analisi di rischio Syndial Gruppo ENI del 2006, citata negli articoli, relativamente alle stratigrafie riporta le diciture “ceneri di pirite” e “scorie di cokerie” che non sono mai stati residui di lavorazione delle Acciaierie di Terni, in quanto le prime sono residui di produzione dell’acido solforico (quindi industria chimica e non siderurgica); e le seconde sono presenti nei moderni impianti siderurgici a ciclo integrale (altoforni) assenti da Terni da secoli, visto che gli unici altoforni della storia dell’acciaieria sono stati installati nel 1873 e smantellati nel 1876 e comunque impiegavano carbone di legna e non coke”.