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Ast Terni, i tedeschi hanno vinto / Thyssen procede con mobilità / Aggiornamenti, fermati 2 treni alla stazione – Corteo diretto verso sede del PD

20.00 – Il Comunicato dei sindacati: “Si è svolta oggi l’assemblea con i lavoratori del Gruppo Ast rispetto a quanto determinatosi presso il Ministero dello Sviluppo Economico relativamente al negoziato per giungere ad un Piano Industriale condiviso per Acciai Speciali Terni.
L’assemblea, affollata e partecipata, ha respinto all’unanimità la proposta di Accordo quadro presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, condividendo il giudizio espresso dalle Organizzazioni Sindacali.
La contrarietà dei lavoratori è motivata dal fatto che non sono state recepite nel testo le proposte delle Organizzazioni Sindacali relative a politiche commerciali, assetto impiantistico, certezza di volumi da processare su Terni, investimenti tali e tesi al miglioramento produttivo e qualitativo degli impianti ternani.
E’ altresì evidente nel testo la chiara volontà Aziendale di procedere ad una riduzione costi rapida orientata tutta sui tagli occupazionali e di salario, priva di prospettive industriali a medio e lungo termine per il sito ternano.
L’assemblea dei lavoratori, rispetto a quanto sopra detto, ha condiviso la proposta delle Organizzazioni Sindacali di promuovere un percorso di mobilitazione finalizzato a far valere le ragioni dei lavoratori del Sito ternano così articolato:
Presidio immediato delle portinerie con sciopero di tutto lo stabilimento fino alle ore 14,00 del 10 ottobre 2014 e con ulteriore iniziative di scioperi articolati, per reparti, che proseguiranno fino a data da destinarsi.
Impegno a promuovere, entro la settimana prossima, una giornata di sciopero generale territoriale per portare all’attenzione del Governo nazionale, ai massimi livelli, il disagio di un’intera comunità.
La necessità di organizzare in tempi rapidi una manifestazione generale a Roma che porti all’attenzione dello stesso Governo i temi relativi all’importanza che Terni e le produzioni ternane hanno nel Sistema Paese, non escludendo il coinvolgimento di tutte le città siderurgiche italiane”.

19.35 – Si registrano fortissimi disagi sulle linee ferroviarie dell’Umbria. I treni direzione Spoleto, Perugia e Foligno hanno subito grandi ritardi che Fs ha cercato di recuperare mettendo a disposizione dei pendolari alcuni bus. Sembra che anche alcuni di questi siano stati bloccati, determinando la rabbia dei passeggeri. Intanto alla stazione è arrivato il questore di Terni, Carmine Belfiore, che sta convincendo gli operai a togliere il blocco

18.20 – Continua l’occupazione dei binari della stazione di Terni da parte dei lavoratori. Al momento i convogli bloccati sono 4, 3 interregionali e un intercity. Fs ha provveduto a sostituire i treni con autobus

17.00 – Il corteo si sposterà poi verso la sede del Pd e al Comune

16.30 – I lavoratori sono sotto la Prefettura, mentre alcuni delegati sono stati ricevuti dal Prefetto, Carmine Bellesini. LA protesta degli operai si è poi spostata alla stazxione di Terni, dove 2 treni sono stati bloccati.

14.00 –  Assemblea finita. I lavoratori sono tutti uniti nel rifiutare la proposta del governo.  Chi doveva entrare alle 14.00 rimarrà in presidio alle portinerie, il resto andrà in corteo verso la prefettura. Domani ci sarà la comunicazione per le varie modalità di sciopero e le varie iniziative da intraprendere.

13.50 – La manifestazione dei lavoratori dovrebbe ora spostarsi sotto la Prefettura. Dopo le parole dei rappresentanti sindacali nazionali, che hanno rigettato la proposta del governo, ci saranno scioperi generali a livello cittadino, regionale e nazionale con manifestazione a Roma.

 13.20 – La nota dell’Ast – “Ast avvierà ora una ulteriore fase di negoziati nell’ambito di una nuova procedura di mobilità. Questa procedura prevede una serie di incontri in sede sindacale ed in sede ministeriale della durata di circa tre mesi. Ast, consapevole delle implicazioni per i dipendenti e per l’indotto, auspica vivamente che tale fase negoziale si possa concludere con un positivo accordo fra le parti”

12.40 – L’assembela da retribuita si trasforma in sciopero. Per adesso soltanto 2 ore per turno, ma sarà probabilmente totale a partire dai turni successivi

12.20 – Gli operai si stanno radunando in assemblea fuori dalla fabbrica. Viale Brin è stata bloccata al traffico. Le portinerie hanno chiuso l’accesso ai locali per evitare che anche gli operai fuori turno potessero entrare, creando un concentramento di persone potenzialmente pericoloso.

“Con la presente, in relazione alla nota crisi del mercato siderurgico, alle gravi ricadute produttive, all’ottimizzazione dei costi ed al piano industriale presentato il 17 luglio 2014, si comunica che con decorrenza 1 ottobre 2014 sarà indispensabile dare applicazione esclusivamente al vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti all’industria metalmeccanica, ritenendo pertanto disapplicati, inefficaci e comunque oggetto di recesso e disdetta tutti gli accordi aziendali di II livello. Si fa riferimento, a titolo esemplificativo e non esaustivo, agli accordi del 7 luglio 1999, 15 luglio 2002, 27 gennaio 2003, 14 aprile 2005, 20 luglio 2005, 23 maggio 2006 ed a tutti i procedimenti ivi richiamati e relativi allegati. Distinti saluti”.

In sintesi, la nota inviata ai sindacati dai vertici Ast, dice che parte la mobilità.

Tra poco scatterà l’inevitabile caccia al colpevole per il fallimento della trattativa; tutti si accusano reciprocamente, istituzioni locali, sindacati, governo. La verità è che si è ‘combattuto’ semplicemente contro un avversario più forte. La partita era da “Europa League”, e si sa che ‘le italiane’, in Europa, fanno fatica. Le istituzioni locali sono state coinvolte nei tavoli di trattativa, ma non hanno avuto un perso specifico nelle decisioni importanti. Lo strappo c’è stato anche tra Governo e sindacati, questo è il dato più rilevante della vicenda. Il ministro Guidi e il sottosegretario Delrio hanno avanzato una proposta che potesse tamponare al momento la situazione, creando scontento tra tutte le parti in causa, prima di tutto tra i sindacati che avrebbero voluto garanzie sul futuro in termini di produzione e investimenti.

La Morselli, che alcuni consideravano ormai innocua dopo l’offerta di Trenord, in realtà è saldamente a capo del management tedesco; la ‘donna d’acciaio’ ha tenuto sempre la trattativa dalla sua parte, giocando con astuzia le sue carte.

Ne governo, ne sindacati, obiettivamente, ci hanno capito molto e sono sembrati piuttosto disorientati dalla decisione dei tedeschi nel voler attuare il loro ‘piano industriale’ e adesso ci saranno altri tre mesi per continuare a trattare, ma compiacendo la multinazionale tedesca. Ecco perché i tedeschi hanno vinto: il Governo non si prenderà la responsabilità di un fallimento totale e, per salvare il salvabile, tutte le successiva proposte di modifica dovranno per forza allinearsi con le esigenze della Thyssen.

Ora si aspetta con grande fermento l’inizio delle riunioni di fabbrica e non si escludono azioni clamorose, come l’occupazione della fabbrica stessa. Tornare al ‘biennio rosso’ sembra piuttosto anacronistico, anche in relazione ai recenti fatti di cronaca: i piani su cui lottare sono, dovrebbero essere, altri.

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La foto sono di Alessandro Marsili©