Il futuro di Ast è ormai segnato: il 31 gennaio scorso, infatti, la cessione della Acciai Speciali Terni dalla ThyssenKrupp al Gruppo Arvedi.
Giovedì 3 febbraio, dunque, a pochi giorni dalla firma del contratto a Essen, il presidente di Ast, Cavaliere Giovanni Arvedi, e il nuovo amministratore delegato, Dottor Mario Caldonazzo, si sono recati negli stabilimenti di viale Brin.
“La cosa più gratificante che ho visto arrivando qui – ha dichiarato il Cavaliere – è la bandiera italiana“. Battute rapide e concise, quelle di Giovanni Arvedi, che oggi, per la prima volta, avrebbe toccato con mano il cuore della Terni industriale. Da parte sua, tuttavia, ha già garantito il massimo impegno nella definizione di piani industriali, sociali e ambientali; un aspetto di notevole rilevanza che “merita un attimo di riflessione“, “per il bene di questa grande, tradizionale, storica realtà”.
Nel pomeriggio di oggi prima le RSU di Acciai Speciali Terni e poi i Segretari di FIM-FIOMUILM-FISMIC-UGL-USB hanno incontrato i nuovi vertici aziendali, il Presidente CAV. Giovanni Arvedi e l’AD Ing. Mario Caldonazzo. Gli incontri hanno riguardato ovviamente la partenza di un percorso e la condivisione dei valori di fondo, dove Acciai Speciali Terni continua a determinare il tessuto sociale ed economico di un intero territorio.
Le parti congiuntamente hanno ritenuto necessario di avviare un breve periodo conoscitivo, prima di entrare nel merito di un piano industriale e di sviluppo che consenta l’aumento e il rilancio delle produzioni, della profittabilità e la salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali. “Come organizzazioni sindacali – si legge in una nota congiunta – riteniamo estremamente positivo il percorso iniziato e la scelta di interloquire da subito con i lavoratori e le proprie rappresentanze sindacali. Infine abbiamo espresso unitariamente come l’attuale fase possa rappresentare una opportunità di crescita e sviluppo per AST, il territorio e il l’intero sistema paese a partire dal consolidamento degli attuali assetti e che si possa anche andare a recuperare produzioni e mercati persi in passato che hanno indebolito complessivamente il sito ternano. Le sfide future – concludono – vedono già il sindacato impegnato nell’indirizzo della transizione ecologica, tecnologica e più in generale verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale