Categorie: Foligno Politica

Assessore si dimette e restituisce i compensi alle casse comunali / Schiaffo all'antipolitica

“Nonostante lo scorso 18 maggio abbia riconsegnato le deleghe nella mani del sindaco di Bevagna, Analita Polticchia, e da quella data non abbia più svolto l'incarico da assessore, senza quindi venire convocata alle seguenti giunte – fa sapere l'ex assessore Tania Fasciani – ho ricevuto dal comune i compensi per tutto il mese di maggio ed i primi cinque giorni di giugno. Data in cui il sindaco – spiega – ha deciso di accettare le mie dimissioni, nonostante di mezzo ci sia stato un consiglio comunale ed una comunicazione scritta ed orale da parte mia”. A renderlo noto è la stessa Fasciani, in una nota diffusa a mezzo stampa.

“Quei soldi non erano dovuti” – Formalmente e burocraticamente quei soldi potrebbero essere incassati senza alcun problema, ma invece di finire nelle tasche della politica, torneranno a rimpinguare le sempre più magre casse comunali tornando così a disposizione dei cittadini. Una scelta, che in tempi di crisi politica ed economica, non poteva certamente passare inosservata. “Oggi ho restituito i soldi a mio parere non dovuti, in quanto – precisa l'ex assessore – non sono più stata convocata a nessuna giunta e non ho più compiuto alcun atto, quindi – chiosa – non merito nessun compenso”. Le casse del Comune di Bevagna avranno pertanto più di 200 euro da reinserire in bilancio.

Fuori dai vertici di maggioranza – “Non solo non sono stata più convocata, giustamente, a nessuna giunta ma nemmeno, ingiustamente – bacchetta la Fasciani – al gruppo di maggioranza, costituito dagli eletti nella lista Bevagna Futura. Nonostante le mie dichiarazioni pubbliche in consiglio comunale e a mezzo stampa di voler sostenere la maggioranza – prosegue non sono stata convocata. Pertanto – conclude polemicamente – la mia volontà di sostenere le linee della campagna elettorale, decidendo di volta in volta in consiglio di votare secondo coscienza, non è stata accettata. La cosa che più dispiace è che le scelte di estromettere qualcuno dalla maggioranza non spettano di certo agli altri componenti del gruppo, ne tanto meno ai partiti”.