I casi di assenteismo all'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia che in estate sfociarono nei clamorosi arresti, non hanno inciso sui tempi di attesa e, soprattutto, non hanno prodotto rischi ben più gravi per i pazienti in corsia, o peggio ancora nelle sale operatorie. Solo in un caso si può parlare di assenteismo vero. Per il resto si tratta di ritardo al lavoro di 20-30 minuti rispetto alla timbratura elettronica, fatta in modo illecito da congiunti compiacenti, e comunque ha interessato solo operatori non vincolati a turni di servizio. E' quanto è emerso, a Palazzo Cesaroni, nella seduta di insediamento della Commissione di inchiesta sull'assenteismo negli ospedali umbri (presidente Paolo Baiardini dei Ds, vice presidente Massimo Mantovani di FI), istituita a fine settembre e che ha deciso di ascoltare, per primi, l'assessore regionale alla Sanità Maurizio Rosi e il direttore regionale Paolo Di Loreto.Sui controlli predisposti per evitare l'assenteismo, sulle disposizioni date e sulle linee di indirizzo emanate dalla dirigenza per prevenire il fenomeno: in pratica gli aspetti fondamentali su cui la Commissione ha deciso di indagare, sono emersi aspetti e considerazioni interessanti. In primo luogo è venuta fuori (assessore Rosi) la netta diversità nelle forme di controllo fra i medici ospedalieri che sono tenuti a timbrare arrivi ed uscite dal lavoro, e i medici universitari che sono esentati per una sorta di costume nazionale. E' emerso anche che l'accertamento della presenza in servizio di medici ed operatori, ‘fortunatamente' (direttore Di Loreto) non è solo affidata al cartellino elettronico o badge non esente da falle, ma ad ulteriori strumenti, comunque opportuni e necessari, che comportano firme per i turni in corsia, per le sale operatorie, per i prelievi nei magazzini Sulla opportunità di prevedere controlli ancor più efficaci, sollevata da molti commissari, è stato ricordato che esistono limiti di legge ben precisi, come le disposizioni sulla privacy che, di fatto, impediscono il ricorso a telecamere o ad impronte digitali sostitutive del badge elettronico che, invece, può passare facilmente di mano in mano. Strumenti efficaci, ha ricordato Di Loreto “non preclusi alla Magistratura che ha condotto le indagini e sulla base dei quali si è arrivati agli arresti”. Un aspetto questo che ha indotto il presidente Paolo Baiardini a rilevare quanto abbia “sconcertato la stessa opinione pubblica” il fatto che alla scoperta dell'assenteismo ed ai successivi arresti si è arrivati non sulla base di controlli sistematici predisposti dalla amministrazione pubblica, ma solo perché è intervenuta la Magistratura.L'assessore Maurizio Rosi ha ricordato che fin dall'inizio la Giunta si è orientata a perseguire la cosiddetta ‘tolleranza zero' su ogni forma di assenteismo ed in questa ottica ha nominato una propria Commissione interna. Ha poi evidenziato che il settore sanitario, in particolare quello umbro, è meno soggetto a forme endemiche si assenteismo per la qualità dei servizi raggiunta e per natura stessa dei servizi che è chiamato a dare. Nel merito della vicenda, ha aggiunto Rosi, “è deplorevole che si ricorra a timbrare il badge per conto di altre persone, in gran parte congiunti; ma una cosa è arrivare in ospedale dopo 20 minuti, come si è verificato nella quasi totalità dei casi, e un conto è non presentarsi per niente al lavoro”.La Commissione, ha annunciato il presidente Paolo Baiardini, si impegna ad ultimare i lavori di indagine entro i tre mesi previsti e nelle prossime sedute ascolterà: i direttori generali della Aziende sanitarie, le organizzazioni sindacali e le associazioni degli utenti.Oltre al presidente Baiardini e al vice Mantovani, alla seduta erano presenti anche Luigi Masci (Margherita), Pietro Laffranco (Cdl-per l'Umbria) e Stefano Vinti (Prc-se), in pratica tutti i commissari.
ASSENTEISMO NELLA SANITA' UMBRA
Gio, 08/11/2007 - 10:28