Con l'arrivo dei primi freddi e la riapertura delle scuole si ripresenta un problema ormai quasi cronico: l'affollamento degli asili nido. Infatti a fronte di una popolazione in continuo aumento, il Comune di Terni risponde al problema della prima scolarizzazione con un' offerta inferiore ai cento posti negli asili comunali, che tra l'altro sono per la maggioranza a servizio della parte della popolazione meno abbiente, sopratutto extracomunitari.
L'unica soluzione per le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori a questo punto è di rivolgersi agli asili privati: ed è quì che nascono i maggiori problemi. Infatti secondo il regolamento per l'autorizzazione all'istituzione e al funzionamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia ,in vigore nel comune di Terni approvato ed attivo da luglio 2007, esistono specifici requisiti tecnici e professionali per poter esercitare tali attività di natura ricettiva.
Le attività già esistenti, a differenza di quelle che intendano iniziare da ora, hanno comunque la facoltà di adeguarsi entro i prossimi 3 anni. Ma i requisiti sono tali da non consentire di poter continuare a lavorare in modo remunerativo, sia per gli spazi vitali da concedere al bambino (circa 9 mq per alunno), che per il numero massimo di elementi gestibili da un'unica insegnante (otto nel migliore dei casi). Certamente siamo tutti contenti che i nostri figli siano tutelati da una legge tanto dettagliata, ma è alla vista di tutti che ciò che offre la città non sempre appare adeguato, infatti a Terni si abbinano delle strutture sorte in nuovo centri polifunzionali ad altre sorte in appartamenti privati, alcune in zone apparentemente sicure ad altre in punti di non facile accesso, tipo piani seminterrati o attici di palazzi
Per non considerare poi le dimensioni, che giocoforza obbligheranno quelle di metratura più ridotta a dover alzare i prezzi (già di per se consistenti) per ovviare alla diminuzione degli iscritti. Intanto non pare che il Comune stia pensando alla costruzione di nuovi asili comunali, sperando che i privati sappiano adeguarsi per non creare disagio ai cittadini.
– Roberto Dorsi-