Fino a maggio la celebre trasmissione di Fabio Fazio in onda su Rai 3 sarà "arredata" dalle opere del maestro di Città di Castello
L’arte di Alberto Burri, dopo le oltre 25.000 presenze (nel 2022) nelle collezioni a lui dedicate a Città di Castello, diventa protagonista nel salotto tv di “Che tempo che fa?”, il celebre programma di Fabio Fazio, in onda la domenica alle ore 20 su Rai 3.
La redazione del programma, infatti, dopo aver “ospitato” le opere di Lucio Fontana nell’edizione passata, ha scelto proprio quelle dell’artista tifernate come scenografia dello studio, dove quest’anno si celebra la 20^ edizione della trasmissione.
Da domenica 9 ottobre, fino alla fine della stagione televisiva di “Che tempo che fa?” (a maggio), le opere di Burri faranno da sfondo e, da “arredamento”, ai dibattiti e ai talk del programma, con i complimenti e le richieste di informazione sull’artista che sono già aumentate vertiginosamente.
La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha condiviso la scelta della trasmissione per l’importanza che essa ricopre nel palinsesto nazionale e per la continuità ed il protrarsi nell’arco della stagione televisiva. La prima puntata è stata seguita da 2milioni 211mila persone (11,3% di share), dato che sicuramente accrescerà ancora di più la conoscenza dell’arte del nostro Maestro, dei suoi musei e della sua città.
Dal 12 marzo scorso, giorno dell’anniversario di nascita dell’artista, la Fondazione Burri ha riaperto la sede degli Ex Seccatoi del Tabacco, dopo la lunga chiusura dovuta agli importanti lavori che hanno trasformato la struttura in un modernissimo museo di arte contemporanea. Il 14 aprile è stata inaugurata poi la mostra “La Luce del Nero” (visitabile fino al 13 novembre 2022) che affronta in chiave inclusiva il tema dell’accessibilità dell’arte contemporanea per il pubblico con disabilità visiva. “Una mostra tutta da toccare!” l’hanno definita i visitatori. L’esposizione offre la possibilità, estremamente rara, di poter interagire direttamente con le opere che si osservano: l’elemento aggiuntivo che si trova in questa mostra, infatti, è la possibilità di toccare le opere, riprodotte in scala, poste a fianco delle originali.