Cronaca

Arresto sindaco di Terni, Riesame prende tempo su revoca domiciliari a Di Girolamo

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, è agli arresti domiciliari dallo scorso 2 maggio per la presunta “illecita gestione della cosa pubblica, negli anni a cavallo tra il 2011 ed il 2016” – come affermato dal Procuratore Capo di Terni, Alberto Liguori.

La misura cautelare agli arresti domiciliari per il sindaco è stata motivata nelle 40 pagine dell’ordinanza disposta dalla Procura con il “rischio di iterazione del reato”.

Dopo l’interrogatorio di garanzia dello scorso 4 maggio, il gip Federico Bona Galvagno, ha confermato gli arresti domiciliari al sindaco e lo studio Biancifiori, che assiste Di Girolamo nella difesa, aveva subito formalizzato le carte

da presentare al Tribunale del Riesame di Perugia per chiedere la revoca della misura cautelare. “La permanenza di questa misura cautelare nasce da una valutazione che noi riteniamo, a maggior ragione dopo questa udienza di oggi, non fondata su elementi di necessità o quant’altro – aveva commentato l’avvocato Biancifiori a caldo.

Nella giornata di oggi, dopo aver ascoltato le parti, i giudici di Perugia hanno preso ancora tempo per decidere se accogliere o meno le richieste avanzate dai legali di Di Girolamo, decisione che potrebbe arrivare nelle prossime ore.

La misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Di Girolamo era stata eseguita in seguito alle indagini della Procura culminate nell’Operazione Spada e il maxiblitz di Finanza e Polizia a Palazzo Spada del 17 novembre 2016  ; nel mirino degli inquirenti erano finiti gli appalti per la manutenzione ordinaria del verde pubblico sia in città, sia all’interno dei cimiteri urbani; la gestione dei servizi cimiteriali, nonché la gestione dei servizi turistici presso l’area della cascata delle Marmore, predisposti e gestiti dall’attuale giunta municipale di Terni”. A conclusione delle indagini la Procura ha stabilito che: “Il percorso criminale ha trovato completamento nell’illecito frazionamento dell’importo d’asta in modo da eludere le prescrizioni del codice degli appalti e le norme comunitarie vincolanti che impongono la scelta attraverso una gara degli appaltatori e non consentono l’individuazione del contraente con l’utilizzo dei bandi modellati su di esso (Bando fotografia)”.

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