Arcivescovo Boccardo al Consiglio comunale di Norcia: “Insieme per non deludere la fiducia della gente” - Tuttoggi.info

Arcivescovo Boccardo al Consiglio comunale di Norcia: “Insieme per non deludere la fiducia della gente”

Redazione

Arcivescovo Boccardo al Consiglio comunale di Norcia: “Insieme per non deludere la fiducia della gente”

Ven, 10/05/2013 - 11:30

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E’ stato un incontro di condivisione e di alto significato umano e sociale quello che si è tenuto lo scorso mercoledì presso la sala consiliare del Comune di Norcia, nell’ambito della seduta straordinaria aperta del consiglio comunale, convocata in occasione della visita pastorale dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. Ad accogliere il presule sono stati, oltre al sindaco Gian Paolo Stefanelli e ai membri dell’assise cittadina, numerosi cittadini e dipendenti comunali. L’incontro, si diceva, è stato propizio per riflettere su numerose problematiche e criticità del tessuto sociale nursino ma anche per fare il punto sulle sue risorse e sui suoi punti di forza, quest’ultimi, se riconosciuti e valorizzati, in grado di assicurare lo sviluppo futuro della comunità. “In questi nostri tempi, pieni di tante emergenze, in cui anche le più grandi certezze vengono messe in discussione – ha sottolineato il primo cittadino nel suo intervento – Chiesa e Comune sono istituzioni popolari che possono sostenere lo sviluppo della comunità, perché in questa nostra città nessuno sia solo o sia lasciato solo. Norcia – ha aggiunto – è una piccola realtà di 4901 residenti, di cui circa 500 cittadini stranieri provenienti da altre aree geografiche, non solo dell’Europa ma di tutto il mondo. Questo comporta non solo il rispetto di culture diverse, ma anche il riconoscimento della loro identità, richiamando tutti noi al dovere di impegnarci per costruire un modello di società capace di includere tutte le persone, siano esse italiane o straniere, e garantendo a ciascuno pari opportunità, dall’accesso nelle scuole al lavoro, ai servizi sociali e sanitari e nella vita di relazione”. Ma una problematica sulla quale il sindaco Stefanelli si è soffermato particolarmente, con dati alla mano, è stato quello della disoccupazione. “E’ un problema che ci preoccupa – ha evidenziato – perché, malgrado gli sforzi profusi, l’azione della sola attività amministrativa non è purtroppo sufficiente ad esaudire le richieste di occupazione, che sta assumendo dimensioni preoccupanti, soprattutto nell’edilizia, un settore che fino a poco tempo fa, all’indomani del terremoto, riusciva invece ad assorbire gran parte dell’occupazione. Secondo dati forniti dall’ISTAT, il tasso di disoccupazione nella nostra città è passato da una percentuale di 5,3 registrato nel 2004 ad una percentuale del 7% nel 2011. Presso lo Sportello polifunzionale della Provincia, dal giorno della sua apertura a Norcia, il 3 dicembre scorso, ad oggi, sono pervenute 200 dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro, a fronte di sole 4 offerte di lavoro nel Comune di Norcia e di 21 in tutta la Provincia. E a questi dati vanno ad aggiungersi le numerose richieste di aiuto che, soprattutto in questi ultimi mesi, stanno giungendo ai nostri uffici da parte di quei nuclei familiari che non riescono ad arrivare a fine mese, a pagare l’affitto e le bollette. Di fronte a questa emergenza – ha continuato – l’impegno che si sta portando avanti è sinergico con tutte le forze del territorio. Sono stati messi a disposizione fondi per le famiglie più vulnerabili e attivate forme di agevolazione economica per quelle più numerose, con minori e disabili a carico. Nonostante le restrizioni di bilancio, abbiamo mantenuto e cercato di incrementare i servizi, anche attraverso il coinvolgimento dei più anziani e l’attivazione di scambi intergenerazionali. In estrema sintesi – ha proseguito rivolgendosi all’arcivescovo – stiamo percorrendo tutte le strade per poter migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini, e siamo certi che il Suo insegnamento pastorale saprà accrescere le significative esperienze maturate, comprendere le necessità e le speranze di tutta la cittadinanza e aiutare anche noi Amministratori locali della cosa pubblica, nel nostro difficile impegno, fiduciosi nei risultati”. Dopo il sindaco, a prendere la parola sono stati in primis i capigruppo consiliari Palazzeschi, Balsana e Alemanno. Nei loro interventi, oltre a manifestare gratitudine per la speciale opportunità offerta dalla visita pastorale, hanno voluto offrire e proporre spunti di lavoro da mettere al servizio della comunità, per la sua serenità e la sua crescita. Tra le proposte sono emerse la necessità di incrementare il banco alimentare, attraverso una maggiore collaborazione cittadina, di rendere disponibili nuovi spazi aggregativi, soprattutto per i giovani, di rilanciare l’oratorio e, punto condiviso da tutti, l’esigenza di mettere al centro gli insegnamenti di San Benedetto, auspicando fortemente un suo richiamo – insieme a quello di San Francesco d’Assisi – nello Statuto della Regione Umbria. L’appello è stato accolto positivamente dall’arcivescovo, per il quale “non esiste una bacchetta magica per risolvere le tante problematiche sul tavolo ma un punto fermo da cui partire sì: la sapienza del Santo Patrono d’Europa, che in un tempo ugualmente molto difficile seppe ricercare il bene dell’uomo al di sopra di ogni considerazione. E oggi che altre priorità e altri interessi lo hanno messo da parte – ha continuato – occorre ritornare alla centralità della vita umana, all’importanza della famiglia, ad un’amministrazione delle risorse naturali che non sia fine a se stessa e che non metta l’etica da parte, all’elaborazione di un progetto comune a vantaggio di un’’amicizia civile’, abbandonando ogni forma di tornaconto personale”. “Ognuno deve fare la sua parte – ha rimarcato – perché è troppo facile fare soltanto la lista delle cose che non vanno”. “Anche noi – ha aggiunto – dobbiamo fare il conto con molte limitazioni ma stiamo lavorando sull’oratorio per i giovani e pensando alla valorizzazione della nostra cultura e del turismo, realizzando una sorta di sistema museale per mettere prima in sicurezza e poi a disposizione di residenti e visitatori le nostre opere d’arte e di fede, molte delle quali, dopo il terremoto, custodite in chiese-deposito”. “Tutti possiamo fare qualcosa di piccolo e sognare qualcosa di grande. Certo è – ha concluso – che abbiamo una grande responsabilità e non possiamo permetterci di deludere e tanto meno rubare la fiducia della gente”.

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