ARCIDIOCESI SPOLETO-NORCIA: TESTIMONIANZA SUL CAMPO CARITAS IN KOSOVO - Tuttoggi.info

ARCIDIOCESI SPOLETO-NORCIA: TESTIMONIANZA SUL CAMPO CARITAS IN KOSOVO

Redazione

ARCIDIOCESI SPOLETO-NORCIA: TESTIMONIANZA SUL CAMPO CARITAS IN KOSOVO

Mer, 07/05/2008 - 16:45

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“Sì, lo rifarei; ripartirei per il Kosovo”. Con queste parole la giovane Moira Stocchi ha raccontato i suoi primi sette mesi nel campo Caritas che le diocesi dell'Umbria hanno in Kosovo, recentemente visitato da una delegazione guidata dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, e dal vescovo di Orvieto-Todi, mons. Giovanni Scanavino. Moira, 23 anni, della parrocchia di Castel Ritaldi si trova ora in “vacanza” dal suo servizio civile con la Caritas. Rientrerà in Kosovo tra una decina di giorni; vi rimarrà fino ad ottobre; continuerà ad occuparsi dei bambini (seguendoli nella scuola, nelle varie attività, nel gioco ecc…) e delle persone malate (accompagnandole alle visite mediche, seguendo l'iter ospedaliero ecc…). La giornata tipo della giovane – e delle altre persone che vivono al campo Caritas – inizia alle 6; alle 6 e 30 c'è la preghiera delle lodi mattutine; poi, la colazione, durante la quale c'è il cosiddetto buongiorno: si tratta di un libro portato a turno dai ragazzi italiani presenti; sul testo vengono fatte delle riflessioni e ci si estrapolano dei pensieri, che saranno la bussola per l'intero giorno. Alle 8 inizia il lavoro. Vengono accompagnati a scuola i bambini, seguiti i poveri e i malati, fatti i lavori domestici. Tutto come in una famiglia italiana, con la differenza che quella di là dal mare, nei Balcani, è di 40 componenti. Moira, nell'incontro con l'ufficio stampa della diocesi di Spoleto-Norcia, ha raccontato del difficile impatto avuto con l'Italia e i suoi ritmi di vita dopo sette mesi trascorsi in Kosovo. “Per quanto è stato duro adattarmi in quel Paese, ha affermato, il ritorno a casa è stato molto più tosto. E questo perchè in quella terra si vive in una realtà complicata, dove è alta la povertà con la quale devi confrontarti tutti i giorni, tutti i minuti. Torni a casa e vorresti raccontare tutte le emozioni vissute, pretendi che gli altri ti capiscano e ciò non accade. Sono tornata di domenica mattina. Ero entusiasta di vedere i miei genitori, i familiari, gli amici. Tutti ti cercano, ti aspettano, e un po' ti senti anche soffocare. Molte cose sono rimaste com'erano, altre no. Si fa difficoltà a ri-entrare nella vita delle persone, nella realtà che ti circonda dopo sette mesi: non solo io, ma anche i miei amici hanno fatto in questo periodo il loro pezzo di strada. Poi, la sera mi sono sentita molto disorientata. Andavo alla ricerca di qualcosa che non c'era”. Con un po' commozione in volto la ragazza ci ha parlato dei molteplici momenti belli vissuti in questi primi sette mesi. “Mi viene in mente, racconta, l'organizzazione del pranzo di Natale per i poveri; il grande lavoro per realizzarlo: dalla preparazione dei cibi, all'allestimento della sala. Poi, come dimenticare l'arrivo della gente, dei tanti poveri, dei tanti volti sofferenti, allietati dalla gioia del condividere insieme il Natale. E' un ricordo che rimarrà sempre nel mio cuore”. Ma come in tutte le esperienze forti che una persona vive, anche per Moira ci sono stati momenti difficili, di sconforto. “Parecchie volte, soprattutto all'inizio, ho detto: mollo tutto e torno a casa. Ho lottato, ho chiesto aiuto, ho pregato; con la forza del Signore e delle persone che mi stavano accanto sono andata avanti. L'esperienza del Kosovo ti prende tutta e io all'inizio avvertivo il bisogno di staccare. Ma è impossibile. Poi, ho trovato il mio equilibrio e ora le cosa vanno bene”. In favore della missione della Caritas Umbria in Kosovo, sabato 10 maggio alle 17, presso lo stadio comunale di Castel Ritaldi, si terrà una partita di calcio tra la squadra locale, costituita da giocatori provenienti dall'intero Comune, e la squadra ufficiale del Comando Regione Carabinieri Umbria. Scopo dell'incontro è reperire i fondi per realizzare il progetto solidale “una casa per una famiglia”, appunto in Kosovo. Alla manifestazione sportiva prenderanno parte il generale Roberto Paschetto, comandante regionale carabinieri Umbria, e l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana. Il parroco di Castel Ritaldi, don Fabrizio Maniezzo, Moira Stocchi e la Caritas parrocchiale invitano alla partecipazione.


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