di Antioco Fois
Si scrive Auri, si legge tariffe e holding regionali di rifiuti e acqua. Ma non da subito. Mentre la Regione dava vita alla nuova Autorità umbra per i rifiuti e le risorse idriche, il cantiere per la stesura dello statuto era già operativo. All’opera ci sono già 19 sindaci umbri, che da una settimana hanno avviato un confronto sul testo fondamentale per rendere operativo il nuovo organismo che sostituirà i quattro Ati (Ambiti territoriali integrati) responsabili in materia di rifiuti e acqua e ormai in liquidazione.
Per il varo dell’Auri si parla al futuro prossimo, ma per i risultati di semplificazione, risparmio e gestione omogenea più determinanti tra gli addetti ai lavori si usano forme verbali che suggeriscono un termine molto più lungo. Tra gli obiettivi politici dell’Auri c’è una gestione regionale unica: sistemi di raccolta differenziata uguali tra i territori, tariffe (per quanto possibile) omogenee in tutta la regione, fino alla fusione delle società che gestiscono rifiuti e acqua. E mentre si guarda lontano, all’orizzonte delle holding regionali, le candidature per la presidenza dell’Autorità hanno già preso il via.
A tre anni dal disegno di legge regionale, poi ratificato nel 2013, l’Auri è stato istituito formalmente il 23 ottobre scorso e la data di pensionamento per i vecchi Ati è ora prevista per dicembre. La nuova Autorità prenderà in carico territori e parte delle materie di competenza dei quattro Ambiti, restituendo ai Comuni le funzioni su turismo e politiche sociali, come annunciato a settembre dall’assessore regionale alle Riforme, Antonio Bartolini. Assorbirà parte del personale, mentre le unità in esubero saranno assegnate agli Enti locali. Alla guida dell’Auri ci sarà un consiglio direttivo formato da sindaci (che come per gli Ati non dovranno percepire compensi per l’incarico) e da un’Assemblea costituita da tutti i primi cittadini umbri.
Il cantiere dei 19 sindaci costituenti dovrà consegnare a breve il testo dello statuto, che si annuncia snello e simile a quelli dei vecchi Ati. La guida dei lavori è affidata al presidente regionale dell’Anci e sindaco di Narni, Francesco De Rebotti. Nella squadra, tra gli altri, i sindaci di Perugia, Terni, Città di Castello, Spoleto, Corciano, Castiglione del Lago, Marsciano.
La sintesi delle Autorità di controllo e indirizzo produrrà nell’immediato un unico soggetto che si occupa di rifiuti e acqua in un’ottica regionale e non più territoriale. Tuttavia il processo per costituire holding dei gestori dei servizi e generare veri risparmi, come accennato, si preannuncia lungo e complicato dalla varietà delle società che si occupano dei servizi di raccolta rifiuti ed erogazione dell’acqua, alle quali partecipano soci privati, con interessi e modelli gestionali differenti da quelli degli azionisti pubblici, cioè i Comuni. A parte società completamente pubbliche (come Tsa e Vus) da fondere in una holding ci sono soggetti come Umbra acque o Gesenu, che (a parte le complicazioni relative alle vicende giudiziarie di quest’ultima) hanno tra gli azionisti anche soggetti privati.
A società diverse, concessionarie dei servizi locali, corrispondono poi contratti di servizio diversi, con sistemi di raccolta differenziata a loro volta diversi da territorio a territorio. Una ulteriore frammentazione che già è alla base di polemiche tra amministrazioni locali, come quella dei Comuni del Trasimeno sulla qualità del compost, “sporcato” dal sistema di raccolta differenziata della zona di Perugia. Altri contratti potranno essere, invece, stipulati prima della piena operatività dell’Auri, come sta accadendo per l’Ati 1, che ha pubblicato una gara da 300 milioni di euro per la concessione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti per 15 anni nel Nord dell’Umbria. A parte l’imminente passaggio del testimone tra Ati e Auri, le incognite arrivano dalla prima fase del bando, alla quale starebbe partecipando anche una cordata formata da Sogepu e Gesenu. Quest’ultima, interessata da un provvedimento di interdizione del prefetto di Perugia, rischia di perdere i requisiti per concorrere all’assegnazione del servizio. Sulla vicenda l’Ati 1 ha interpellato i propri consulenti legali, anche se dalla Prefettura non sarebbero ancora arrivate comunicazioni relative alla possibilità di Gesenu di partecipare alla gara. In ogni modo la selezione europea si trova in una fase preliminare e non sarebbero state ancora presentate né offerta tecnica né economica.
Non sarà retribuito, ma un posto al direttivo dell’Auri darà la possibilità ai sindaci di far valere sul tavolo dell’Autorità le istanze dei territori di competenza. Secondo le prime indicazioni, al Consiglio direttivo dovranno partecipare di diritto i sindaci di Perugia e Terni, dovrà essere assicurata una rappresentanza dei comuni con meno di 5mila abitanti e delle diverse aree della regione ed i rappresentanti dei comuni di ogni provincia non potranno essere meno di un terzo dei membri totali. Quasi certamente un posto sarà riservato ai sindaci che hanno ‘in casa’ le discarche, mentre per la presidenza continua a rimbalzare il nome del sindaco di Corciano, Cristian Betti, come già annunciato nei giorni scorsi da Tuttoggi. Nella girandola dei papabili, stando alle indiscrezioni, anche i sindaci di Città di Castello, Luciano Bacchetta, e Marsciano, Alfio Todini.