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Vendesi quote Umbra Acque al costo di una bolletta, ‘base d’asta’ 23 euro

di Antioco Fois

Un pezzo di Umbra acque che costa meno di una bolletta. La vicenda di surrealismo burocratico va in scena a Giano dell’Umbria, dove il Comune ha appena pubblicato un bando per la vendita del proprio pacchetto azionario della società del servizio idrico che dà acqua a più di mezza regione. Valore complessivo 23 euro.

Ultimo atto di una questione che va avanti da cinque anni è proprio l’avviso pubblico di vendita, emesso mercoledì, che mette all’asta 23 azioni per il valore di un euro ciascuna. Poco più di un decimillesimo della società. Una particella irrisoria che fluttuava di anno in anno nei bilanci municipali e di cui ora il Comune riprova a disfarsi.

Cerca di farlo dal 2010 – da quando il territorio non è più servito da Umbra acque – con un tentativo di cessione al Comune di Perugia, socio pubblico di maggioranza con un terzo esatto delle azioni. Giano propone, Perugia si mostra disponibile, ma l’affare non si conclude. Palazzo dei Priori, si legge in una delle delibere dell’Assemblea gianese, in maniera poco elegante “nonostante successivi solleciti” non si è fatto più sentire, lasciando in sospeso l’affare da 23 euro. Adesso l’accelerazione arriva dalla legge di stabilità, che dispone la dismissione delle partecipazioni non strategiche entro fine anno.

Al motto di “ce lo chiede lo Stato” l’amministrazione gianese ha dovuto quindi mettere in fila un decreto del sindaco, con tanto di relazione tecnica per il processo di razionalizzazione delle partecipazioni, una delibera del consiglio comunale e un bando di vendita confezionato per l’occasione. In tutto 22 pagine di scartoffie per mettere, però, in vendita anche 516 euro di azioni della Sia (la Società di igiene ambientale che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti).

Un caso di buona amministrazione, s’intenda, ma capace di produrre un incredibile sforzo burocratico per dismettere un patrimonio che frutterà a malapena il pagamento delle marche da bollo utilizzate. E tutto fatto a regola d’arte, con tanto di invio di documenti alla Corte dei conti della documentazione per attestare la corretta opera di razionalizzazione del patrimonio Comunale.

Per sapere come varierà l’assetto azionario della società bisognerà attendere il 16 dicembre, per l’apertura delle offerte, che dovranno arrivare alla casa comunale entro il giorno precedente, pena l’esclusione dalla gara. C’è da chiedersi se saranno solo i 36 Comuni umbri che detengono parte delle azioni e Acea, socio privato, a partecipare all’asta contando sul diritto di prelazione o se qualche outsider tenterà la scalata dal basso.

Alla gara, stando al regolamento, potranno partecipare anche aziende e cittadini che ambiscono a sedersi al tavolo nell’assemblea dei soci, ma si potranno fare offerte solo per l’intero lotto, che non sarà frazionabile. O tutto o niente. Al limite, sempre da regolamento, potranno essere costituite cordate per presentare un’offerta. Si aggiudicherà il tutto il miglior offerente.

Tirando le somme anche il Comune di Giano deve ammettere che “non sussiste un vero e proprio risparmio”, si legge nella relazione tecnica, ma comunque “si razionalizza e si evita il rischio derivante da un ipotetico futuro disavanzo”. “In concreto – prosegue il documento – l’unica realizzazione attiva è il valore delle azioni, cioè 23 euro”. C’è da sperare almeno, dopo questo endurance burocratico-amministrativo, che l’asta non vada deserta.