È stato approvato ieri mattina in Giunta regionale, su proposta della Presidente Donatella Tesei, il “Defr”, Documento di economia e finanza regionale, dell’Umbria.
“Pur in uno scenario generale già complesso a livello economico, aggravato da una situazione pregressa pesante e da prospettive di ricaduta economica negative dovute anche al corona virus, si è cercato di impostare il documento con obiettivi che puntino ad una crescita economica ed occupazionale, all’efficientamento dei servizi, alla coesione sociale, senza il ricorso all’aumento della pressione fiscale, ma con una rimodulazione della spesa e della destinazione dei fondi a disposizione. Accanto a questo, si è già intrapresa un’azione di interlocuzione con il Governo nazionale al fine di avere misure in grado di arginare le già citate ripercussioni dovute all’epidemia nazionale ed internazionale”.
Scenario
La fotografia dell’Umbria vede a livello anagrafico un indice di vecchiaia in costante aumento dal 2010, e tra i più alti d’Italia. Per ciò che concerne il livello economico la situazione registra un Pil 2018 in stagnazione contro una media italiana, e del Centro Italia, che si attesta intorno al +0,7%. In termine di esportazione la situazione non è rassicurante e registra una diminuzione nei primi 9 mesi del 2019 di 1,3% contro un’Italia che invece ha un incremento del 2,5%. Una regione confinante come le Marche, ad esempio, incassa un più 3,9%
Ricadute coronavirus
A questo quadro di partenza tutt’altro che positivo, vanno aggiunti gli effetti che si registreranno a livello economico a causa del Coronavirus. Effetti che andranno a colpire regioni più fragili e ad attrazione turistica estera come è l’Umbria. Per questo la Regione, con la Presidente Tesei, si è battuta fin dal primo giorno con la Presidenza del Consiglio dei ministri al fine di avere misure governative forti a supporto delle economie di tutte le regioni e non solo di quelle sedi di focolai. Anche la Regione, ovviamente, è pronta a fare la propria parte con la rimodulazione di 31 mln di euro di Fondi comunitari e 1,4 mln di euro nel triennio destinati a Protezione Civile in questo bilancio.
Bilancio Regionale
Senza voler strumentalizzare la situazione pregressa, è però indubbio che quanto si eredita non è certo di aiuto: la struttura rigidissima come già rilevato da Standard&Poor’s, i margini di flessibilità ridottissimi, fondi insufficienti da destinare a politiche di sviluppo o settori in difficoltà (cosa peraltro sempre sottolineata dai precedenti DEFR ed ignorata dalla politica), uno squilibrio strutturale insostenibile del sistema del trasporto pubblico locale, sono tra i nodi che oggi l’attuale Giunta è costretta ad affrontare. Per esempio ben 6 milioni di euro, che sarebbero potuti essere destinati a sviluppo economico e riduzione di disoccupazione e povertà, serviranno invece per tamponare il disequilibrio del sistema di trasporto pubblico locale, che deve essere assolutamente efficientato nel rispetto dei livelli occupazionali e di moderni livelli di servizio.
Volendo evitare, ancor più in questo periodo di crisi, l’utilizzo della leva fiscale (invariata nel 2020) si è messa in atto una seria e rigorosa revisione dei costi della politica e della macchina burocratica, con considerevoli risparmi già dal 2020. Risorse che andranno ad incrementare, tra l’altro, servizi moderni, cultura, promozione turistica, fondi per la protezione civile e sicurezza.
Fondi Comunitari
Il Defr fotografa in modo analitico lo stato dell’utilizzo dei fondi comunitari che vede da parte della Regione una capacità di intercettarli (spesa certificata dei vari fondi Psr, Fesr, Fes, Fsc rispetto ai target 2019 quasi sempre raggiunta), ma che necessita fortemente di una accelerazione nell’attuazione della programmazione e di una rimodulazione degli interventi, cosa che, in alcuni assi come ad esempio quello strategico del terremoto, sta attualmente avvenendo ad opera degli assessorati di competenza. Proprio la nuova programmazione comunitaria rappresenta la grande sfida e la grande occasione per il futuro della Regione. In questa legislatura si dovrà essere in grado non solo di intercettare, ma anche di orientare i Fondi comunitari nella direzione di ciò che sono le reali esigenze regionali, nonché di mettere in campo una azione di semplificazione dell’utilizzo delle risorse. Proprio su questi Fondi si permea gran parte della politica regionale futura in termini di economia, occupazione e coesione sociale.