APPROVATA LA NUOVA NORMATIVA REGIONALE SUI BIODIGESTORI - Tuttoggi.info

APPROVATA LA NUOVA NORMATIVA REGIONALE SUI BIODIGESTORI

Redazione

APPROVATA LA NUOVA NORMATIVA REGIONALE SUI BIODIGESTORI

Mer, 20/04/2011 - 12:33

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Se ne parla da mesi ed è finalmente giunto ad approvazione il regolamento della regione Umbria sulle biomasse da “digestione”, che porterà ordine d'ora in avanti su un settore fino ad oggi sottoposto a norme -regionali e nazionali- piuttosto confuse, in attesa che la regione approvi le linee guida sulle fonti energetiche rinnovabili.

I venti articoli del nuovo regolamento andranno a disciplinare d'ora in avanti i requisiti necessari alla realizzazione di impianti di “digestione anaerobica, aziendali e interaziendali, che trattano effluenti di allevamento e/o biomasse per la produzione di energia elettrica e termica da biogas, con una potenza elettrica fino ad 1 MW”. Si tratta di impianti a biomasse che non bruciano i materiali trattati, ma li trattano con dei batteri (digestione anaerobica) per trarne sostanzialmente metano, utilizzato per muovere le turbine per produrre energia elettrica o calore.

Esempi dell'impianto in questione sono il biodigestore di Bevagna, quello in progetto nel comune di Campello sul Clitunno (leggi), o il possibile impianto che verrebbe realizzato se dovesse andare in porto definitivamente il progetto della nuova “maxistalla” a Santa Maria Rossa, nei pressi di Perugia (leggi). Altri esempi sono poi i ben noti biodigestori di Bettona e Marsciano, chiusi a seguito dell'inquinamento delle falde acquifere, dovuto alla cattiva gestione, complice l'assenza normativa sul settore.

Il nuovo regolamento indica in maniera univoca che dovrà essere la stessa azienda -o cooperativa di aziende- a gestire l'impianto in cui trattare le proprie biomasse e che dovrà utilizzare obbligatoriamente il digestato”, ovvero i reflui rimanenti a seguito del trattamento chimico delle biomasse per la produzione di energia, come concime sui propri terreni. Dal lato materie prime, il regolamento indica come queste debbano avere una provenienza entro i 30 km dall'impianto, il che rappresenta un elemento di novità rispetto ad alcuni progetti di impianti che fino ad oggi proponevano il trattamento di oli tropicali per la produzione energetica. Per quanto riguarda il digestato, dovrà invece rispettare precisi limiti e condizioni, in particolare legati alla percentuale di nitrati, per evitare il rischio di inquinamento dei territori e delle falde a seguito dell'utilizzo sui campi. Sotto questo profilo, il regolamento rimanda al “Piano di tutela delle acque, per quanto concerne le aree critiche”, ovvero le aree particolarmente soggette ad allevamenti, come la valle del Tevere, il Trasimeno e le zone di Marsciano e Bettona.

La nuova normativa, redatta a seguito del parere positivo della II commissione consiliare permanente dell'Umbria, sulla base di indicazioni del ministero dell'Ambiente e delle politiche agricole, interesserà anche gli impianti di questo tipo già in funzione o in fase di realizzazione, che avranno un anno di tempo per adeguarsi alle disposizioni.

Secondo l'assessore regionale all'Ambiente Silvano Rometti, che ha proposto il regolamento, “Alla base dell'atto c'è l'esigenza di una normativa, più volte sollecitata dagli operatori del comparto agricolo, che definisse in termini chiari tutte le fasi operative di un impianto di digestione anaerobica per la produzione di biogas, stabilendo i materiali in ingresso, provenienti esclusivamente da attività agricole (sia che si tratti di reflui zootecnici, sia di biomasse), e il successivo utilizzo agronomico del digestato”.

(Francesco de Augustinis)

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