Cronaca

Appello per violenza sessuale, assolto il vocalist accusato da 16enne di Spoleto

Oggi, 8 luglio 2018, dopo essere stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione, insieme al proprietario della discoteca dell’eugubino nella quale si esibì il capodanno del 2013 e dove, secondo l’accusa entrambi violentarono una ragazzina di 16 anni mentre era ubriaca e non capace di intendere e di volere, è stato assolto.

A essere assolto un noto vocalist e animatore dei locali notturni dell’estate mediterranea.

Sorte diversa per il titolare del locale, la cui condanna è stata  ridotta a 2 anni ed 8 mesi. Per via di un accordo con le parti civili ed un successivo risarcimento alla vittima, i legali della minore e dei genitori non si sono costituiti nel processo d’appello.

Nel processo erano finite altre due persone condannate in primo grado rispettivamente ad un anno e otto mesi, per favoreggiamento: per il primo è arrivata l’assoluzione mentre per il secondo la riduzione consistente della condanna.

Troppo ubriaca per dire di no, troppo ubriaca per scappare e chiedere aiuto, troppo ubriaca per opporre resistenza a quelle avances che i due uomini le hanno fatto nel retro del locale. La giovane, appena 16enne e originaria di Spoleto si è appartata con il vocalist e in questa situazione si è consumato il primo rapporto sessuale.

 “IO, VIOLENTATA IN DISCOTECA”

Ma la ragazzina ha sempre affermato di non averlo desiderato quel rapporto intimo ed anche di non essere riuscita ad opporsi perché sotto l’effetto dell’alcol assunto in maniera eccessiva. Il vocalist, ha sempre dichiarato di non aver aver usato violenza e che la ragazzina fosse consenziente al rapporto. Ma non è tutto, infatti la stessa sera, più tardi, la ragazzina è stata ritrovata in stato di semi incoscienza nei camerini del locale. E’ qui che la giovane ha raccontato di aver subito un secondo rapporto sessuale, anche questo non desiderato, ma questa volta con un uomo molto più grande, il titolare del locale.

Due verità a confronto che per anni si sono fronteggiate nelle aule del tribunale di Perugia. La ragazza non è stata mai sentita in aula. Secondo il giudice, le dichiarazioni rilasciate nella denuncia e contenute nelle carte delle indagini erano sufficienti e forse è stato un modo per preservarla nonostante il processo fosse rigorosamente a porte chiuse da un’inutile esposizione, dopo il trauma già subito.

– Modificato in base al principio del diritto all’oblio in data 04 dicembre 2017  e successivamente il 9 maggio 2022