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APERTURA DEI NEGOZI NEI SUPERFESTIVI, L'ANTITRUST DA' RAGIONE ALL'ASCOM DI NORCIA

Redazione

APERTURA DEI NEGOZI NEI SUPERFESTIVI, L'ANTITRUST DA' RAGIONE ALL'ASCOM DI NORCIA

Ven, 24/10/2008 - 23:03

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I commercianti della Valnerina dopo lotte lunghe due anni hanno finalmente vinto la loro battaglia sull'apertura dei negozi nei giorni cosiddetti “superfestivi”. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) si è espressa, su sollecitazione dell'associazione commercianti nursina – come annuncia l'associazione stessa – rappresentata dai propri avvocati Rosaria Moscatelli e Alessandro Graziani, sull'annosa vicenda . Tutto è partito nel dicembre 1999 quando la Regione dell'Umbria ha approvato la legge regionale n. 24/99, con la quale si stabiliva che gli esercizi commerciali dovevano rispettare ben 7+1 chiusure obbligatorie nei superfestivi (1 e 6 gennaio, 25 aprile, Pasqua, lunedì dell'Angelo, 1 maggio, 25 e 26 dicembre). Il sindaco di Norcia dell'epoca iniziò una battaglia politica tendente a tutelare gli interessi dei commercianti del proprio comune, penalizzati enormemente da questa norma, in quanto Norcia è un comune a spiccata rilevanza turistica. Tale battaglia politica non portò miglioramenti anzi scaturì che lo stesso Comune elevò (unico in tutta l'Umbria) ben 46 multe ad altrettante attività commerciali in quanto il 1 maggio 2006 non avevano rispettato la giornata di chiusura obbligatoria. Le multe, pari a 2.000 euro per esercizio, furono di lì a poco, dallo stesso Comune, ridotte alla metà, ma costrinsero ugualmente le 46 attività a presentare ricorso (26 aprile 2007) al giudice di pace di Norcia. “Nel frattempo l'associazione commercianti nursina – racconta uno dei negozianti, Alessandro Severini Perla – iniziò una stringente pressione sulla Regione Umbria tesa ad ottenere la modifica della restrittiva legge regionale 24/99, ritenuta in palese contrasto con quanto stabilito dagli art. 12 e 13 del d.l. 31 marzo 1998. Ironia della sorte la Regione modificò la legge 24/99 ma non nel modo sperato dall'associazione commercianti nursina. Si passò infatti dall'imporre la chiusura di 7+1 giornate alle 8+1 (compreso il 2 giugno), consentendo altresì la possibilità di aprire nei superfestivi chiudendo altrettante domeniche mediante un accordo con le organizzazioni sindacali non più a livello regionale ma a livello comprensoriale”. L'associazione commercianti nursina con in testa il presidente Luciano Mannucci, non si dette per vinta, e supportata dagli avvocati Rosaria Moscatelli e Alessandro Graziani presentò denuncia il 29 aprile 2008 all'Antitrust, sollevando questione di legittimità costituzionale del comma 6 bis dell'art. 27 della l.r. 24/99 in quanto si riteneva violato l'art. 117 comma 2 lettera e) della Costituzione. In sostanza si evidenziava che la norma regionale viola i principi pro-concorrenziali dettati dalla normativa nazionale. Nell'adunanza del 16 ottobre 2008 l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato (Antitrust), annuncia Severini Perla, ha accolto in pieno la segnalazione/denuncia di anticostituzionalità sollevata dall'associazione commercianti nursina ed anzi “alla luce dei principi in materia di restrizioni concernenti le giornate e gli orari di apertura degli esercizi commerciali, auspica che tutti gli enti territoriali che abbiano adottato regolamentazioni ingiustificatamente restrittive della materia in questione riesaminino, sulla base di quanto esposto, le rispettive regolamentazioni nella parte in cui non consentono agli esercizi commerciali una libera determinazione delle modalità di svolgimento della propria attività economica”.

“La lunga battaglia intrapresa dall'associazione commercianti nursina – commenta Severini Perla – ha sortito un importante successo di libertà e soprattutto di riconoscimento del ruolo socio-economico svolto dal commercio. Altre associazioni di categoria hanno preferito le strade della “concertazione” e della “mediazione” in una materia che al contrario aveva già avuto una completa e riconosciuta liberalizzazione. La Regione dell'Umbria a seguito di questo pronunciamento dell'Antitrust dovrà doverosamente e immediatamente rivedere la propria normativa che tanti contrasti ha causato in tutti i Comuni”.


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