Replica alle istanze di "palchisti egoisti" e nuovi appelli all'unità del mondo venatorio dopo il ricorso ambientalista
“Allarmistici, inesatti, egoistici”. Così Claudio Tortoioli e Daniele Ranieri (Associazione venatoria ambientale Nata Libera Perugia), Danilo Mattaioli e Francesco Ravacchioli (Club cacciatori le Torri) e i ricercatori faunistici Mario Bartoccini e Moreno Raggetti definiscono le prese di posizione contro il prelievo del colombaccio, unitamente ai corvidi, per domenica 18 settembre. Una forte riduzione delle specie cacciabili alla luce dei pronunciamenti del Tar (e in attesa di quello del 20 settembre), ma che comunque, evidenziano “salva l’inizio della stagione venatoria in Umbria” pur limitata da quello che viene definito un “vergognoso ricorso animalista”.
Ecco il nuovo Calendario venatorio,
in attesa del pronunciamento del Tar
Contro il ricorso animalista
Che invitano a contestare, considerando che le specie richiamate “non sono neanche presenti nel territorio umbro fino a novembre inoltrato” e considerato “infondato sotto l’aspetto della siccità, che in verità facilita invece la riproduzione di molte specie”.
Contro l’app conta carniere
Gli scriventi rivolgono un appello all’unità del mondo venatorio, anche per contrastare il ricorso all’app (utilizzata per conteggiare il carniere della tortora in preapertura) “introdotto da Ispra e Ministero dell’Ambiente”. “Un’assurdità – accusano – che ha impedito all’80% dei cacciatori umbri di andare a caccia il primo settembre”. Per questo si chiede il superamento di questo metodo di controllo.
Timori per beccaccia e tordo
Altra priorità segnalata dai gruppi spontanei è “respingere in toto un’altra vergognosa falsità che penalizzerebbe ingiustamente i cacciatori umbri di beccaccia e tordi, con la chiusura anticipata di metà gennaio, mentre nel resto d’Europa resta invariata a febbraio”.
Ricordando come da anni i cacciatori svolgano una scrupolosa ricerca sulle ali di beccaccia. Monitoraggio inviato all’Ispra, che vede come pioniere un cacciatore umbro, tra le decine coinvolti, Tito Mariotti.
Dibattito sul colombaccio
Ma al momento il dibattito è sul colombaccio, una delle poche specie (insieme a merlo e corvidi) a cui domenica 18 settembre i cacciatori umbri potranno sparare. Fatto questo che però suscita perplessità da parte di chi caccia questa specie, come Vasco Feligetti, presidente del Club del colombaccio di Perugia, che auspicava un rinvio dell’apertura generale.
“Autorevolissimi studi di famosi ornitologici – scrivono i gruppi spontanei – ritengono che una giornata o due di preapertura al colombaccio non incide minimamente sulla specie, ma anzi ne rafforza le grandi doti di autodifesa e diffidenza”. Ricordando che le Regioni Marche, Calabria, Emilia Romagna consentono in preapertura anche sette giornate di caccia al colombaccio insieme ai corvidi, senza nessun allarme, proprio perché “la specie non corre assolutamente rischi”.
Viene respinto, poi, il tentativo da parte di alcuni di favorire la “caccia per specie”, dividendo il fronte dei cacciatori.
Il Club del colombaccio boccia l’apertura:
“Così è uno scempio”
Le parole di un palombaro non palchista
Scrive un appassionato palombaro, non palchista: “C’è un fenomeno negli ultimi anni imprevisto, ma presentatosi prima in Toscana: colombaccio stanziale o erratico in crescita esponenziale! Cosa hanno pensato di fare i palchisti? Escluderlo dalla preapertura senza alcuna ragione logica. Con la loro forte influenza sono riusciti a renderlo cosa propria ,in esclusiva questo selvatico in grande abbondanza in tutta Europa ,tanto che in altri paesi viene considerato ,nocivo da abbattere tutto l’anno”.
E ancora: “La situazione della caccia in Italia la conosciamo..il colombaccio potrebbe salvarne le sorti, almeno in questi anni difficili. Pochi capi ciascuno, permettendo agli specializzati il grosso del carniere. Lor signori invece lo hanno tolto , se lo sono accaparrato e se ne considerano gli unici degni di cacciarlo. Carnieri giornalieri importanti e annuali di 300/ 400! Per quest’anno qualche colombo lo riserviamo a quelli che sudano tutto l’ anno per due fagiani o una lepre 5 beccacce se va bene, oppure due tortore e tre allodole se sei fortunato!”. Parole rivolte ai “palchisti egoisti con i congelatori pieni”.
Verso l’apertura del 18
Per questo, nonostante tutte le limitazioni conseguenti al ricorso degli animalisti, vista questa condizione, i gruppi spontanei di cacciatori ringraziano quanti si sono prodigati per consentire che comunque domenica 18 settembre si possa andare a caccia.