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Anziani, consegnato il Premio Gino Flori. Evento del Centro sociale “Volta”

Accudire un anziano? Rendergli la vita più agevole? Rispettarlo e dargli conforto?
Tutte azioni da premiare, e così è stato venerdì scorso, quando nella sala consiliare della Provincia di Terni, è stato consegnato il Premio Gino Flori: un riconoscimento che il Centro sociale “Volta”, per ricordare la figura del suo fondatore, consegna da diciotto anni a personaggi che, nel corso dell’anno, si sono distinti in Umbria, Italia ed Europa in opere e fatti a favore della popolazione anziana. E’ organizzato con la collaborazione della Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni. Per quello che riguarda l’Umbria, il Premio Flori, è stato consegnato a cinque persone che hanno dimostrato interesse nei confronti di tutti gli anziani. La targa ricordo, la pergamena e libri (donati dalla Provincia) sono stati ritirati da Loredana Valsenti Loredana, Presidente della Cooperativa AIDAS e gestore di Case di Riposo per anziani, Giuseppe Priano, Presidente dell’Associazione Diabetici di Foligno, Manuel Cocalon Ramos, Presidente dell’Associazione culturale “SIN FRONTERAS” dei latino Americani, Sandro Carletti, Primario Neurochirurgia dell’ospedale Santa Maria di Terni, Anna Lisa Doria, Funzionario Dirigente dei servizi sociali della Regione Umbria.
In ambito nazionale sono state premiate altre personalità impegnate nel sociale: Giuseppe Pozzi, Presidente della Corte di Giustizia popolare per la tutela della salute, Fabio Ghia, Dirigente ANFE – Associazione nazionale famiglie immigrati, Francesco Zadotti, Presidente della Ternana Calcio s.r.l e Prof. Paolo Brunetti, scienziato di fama nazionale in particolare per la prevenzione e la cura del diabete.
“In una sala numerosa e partecipe ai problemi che giornalmente assillano gli anziani – dice Mario Andrea Bartolini, presidente del Volta – quelal di venerdì è stata una giornata che ha dato la prova di quanto sia importante il volontariato che gli stessi anziani, quelli in salute, possono svolgere a sostegno di quelli non autosufficienti. Le loro storie rappresentano e rappresenteranno sempre una preziosissima risorsa per la società”.