di Paolo Pacifici (*)
La proposta di candidarmi come sindaco di Campello per la terza volta mi è stata avanzata da tanti cittadini.
Ringrazio tutti per l’affetto e la fiducia ma ritengo opportuno che un’amministrazione comunale non sia guidata per oltre due mandati dalla stessa persona. Come ho già avuto modo di dire, un mio eventuale terzo mandato avrebbe avuto senso solo se non ci fossero state alternative. C’è bisogno, invece, di dare garanzie assolute del fatto che è una squadra e non un singolo a proporsi per tutelare il bene della comunità e dopo dieci anni è giusto che un sindaco si faccia da parte anche se, come nel caso della nostra amministrazione, si sono raggiunti obiettivi storici e irripetibili. Diversamente potrebbe sembrare che si vuole restare in sella per motivi diversi da quelli del bene comune e non possono essere le ambizioni personali o l’ossessione maniacale di fare il sindaco a ogni elezione a determinare queste scelte.
Bisogna invece considerare che il contesto attuale è straordinario, la normativa che regola la vita amministrativa è diventata contorta e le risorse sono completamente azzerate come mai era accaduto da anni. Servono competenze e professionalità, equilibrio e capacità di giudizio. Il rischio altrimenti è altissimo e la nostra comunità campellina non può essere esposta a pregiudizi in cui potrebbe finire se fosse guidata in maniera scriteriata, senza una profonda cultura amministrativa o, peggio ancora, senza etica pubblica.
Nell’ultimo decennio abbiamo lavorato in maniera incessante e in silenzio. In tempi di crisi nera, con tutta l’attuale amministrazione abbiamo raggiunto il record storico delle opere pubbliche finanziate senza costi diretti per il comune. Il prossimo sindaco dovrà tagliare tanti nastri: sono nella fase di ultimazione i progetti esecutivi e gli appalti di lavori come l’auditorium, i marciapiedi da Settecamini a La Bianca, nuovi tratti di pubblica illuminazione e gli asfalti a Pissignano, Settecamini e Ravale, la nuova piazza di Pissignano, il parco del Clitunno, la trasformazione della centrale elettrica vicino al tempietto in uno spazio di accoglienza turistica e in un centro di salvaguardia e tutela del fiume, la nuova illuminazione interna ed esterna a basso consumo del castello di Pissignano Alto e di Campello Alto, la messa in sicurezza della Flaminia da San Cipriano a Pissignano, l’area di sosta e di accesso al parco del Clitunno e la viabilità pedonale lungo la Flaminia, i nuovi bagni pubblici a San Sebastiano e a Pissignano e la riqualificazione di Settecamini, San Sebastiano, via Plinio il Giovine, il giardino d’inverno presso l’asilo nido. Abbiamo lasciato pressoché invariati i saldi degli interventi sui servizi sociali. Abbiamo inoltre concluso l’iter di approvazione del piano regolatore che, appena tornerà dall’esame della Provincia, dovrà essere definitivamente ratificato dal consiglio senza altri passaggi. È in corso di redazione il piano di marketing territoriale del comune. In dieci anni abbiamo ridotto di oltre il 35% i costi del personale. Abbiamo ottenuto il riconoscimento come uno dei cento comuni più trasparenti in Italia e a novembre scorso siamo stati individuati tra i primi cinque comuni umbri con la migliore allocazione delle risorse finanziarie, abbiamo iscritto il territorio di Campello tra gli ecomusei umbri e abbiamo raggiunto un traguardo storico portando all’attenzione del mondo intero il Tempietto iscrivendolo nel patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Tutto ciò è il segno di un impegno di cui andiamo fieri. Chi dichiara di rompere con questa esperienza forse ha in mente di far tornare indietro Campello di oltre venti anni.
Oggi tutti noi, a partire dal sottoscritto, dobbiamo guardare avanti e non indietro. Sono sicuro che la comunità di Campello saprà rispondere al prossimo appuntamento elettorale con intelligenza e senso di responsabilità e saprà fare la scelta migliore per un futuro di crescita civile e democratica. Anche io, da cittadino, cercherò di fare la mia parte.
(*) Sindaco di Campello sul Clitunno