“E’ l’ultima volta che rispondo al presidente Domenico Metelli – rilancia Marco Guidoni, priore dell’Ammanniti, nell’ennesimo comunicato stampa – una risposta necessaria per fare chiarezza, in quanto l’ultima nota dell’Ente Giostra è ricca di imprecisioni che falsano la realtà dei fatti”.
“Per quel che concerne la vicenda della corte di Palazzo Candiotti, in dieci giorni siamo alla terza versione del presidente – scrive Guidoni – d’apprima un dirigente del Comune di Foligno, poi il direttore dei lavori architetto Struzzi, infine insieme il dirigente e l’architetto, sarebbero stati i soggetti che avrebbero deciso di toglierci l’uso della corte per l’apertura della taverna. Assolutamente non rispondente alla realtà – replica il priore dell’Ammaniti – in quanto solo la giunta comunale può determinare l’assegnazione di tali spazi, essendo Palazzo Candiotti proprietà del Comune di Foligno. Pertanto la decisione, assunta in modo unilaterale dal presidente Metelli, maturata subito dopo il nostro voto contrario all’approvazione del bilancio consuntivo 2014, assume tutti i connotati di un atto di ritorsione – sottolinea Guidoni – con l’aggravante della motivazione, estremamente offensiva per i rionali dell’Ammanniti ‘mancata assegnazione degli spazi per il rispetto del decoro del palazzo'”.
Passando alla vicenda del bilancio consuntivo 2014 viene ribadito che “le motivazioni per cui il rione non lo ha approvato, sono le stesse contenute nella relazione del collegio dei sindaci revisori dei conti, che hanno sollevato più di una perplessità sulla stesura del bilancio stesso, invitando gli amministratori a porvi rimedio. Nessuna iniziativa in tal senso è stata posta in essere. Quindi nessuna volontà da parte del rione di gettare fango sugli amministratori dell’Ente, bensì la ferma richiesta di operare nel rispetto delle norme del nostro statuto”.
In merito al Corteo storico, Guidoni conferma che il gesto di protesta posto in atto dai rionali, era rivolto esclusivamente nei suoi confronti, in quanto firmatario della missiva che ci precludeva l’uso del piazzale a pochi giorni dall’apertura della taverna.
“Ribadisco – incalza il priore dell’Ammanniti, rivolgendosi a Metelli – senza che Lei ne avesse la benchè minima autorità. Sa perfettamente che il rione Ammanniti, da sempre, si è adoperato per l’elezione di una figura di presidente che unisse tutte le varie anime della Quintana. E così è stato anche per la Sua elezione nell’anno 2000 e per la rielezione nei successivi tre mandati fino al 2014, anni in cui il rione ha svolto un ruolo fondamentale di mediatore fra le varie correnti di pensiero per comporre una maggioranza coesa alla giuda della nostra manifestazione. Solo nel 2015 non abbiamo più appoggiato la Sua candidatura – prosegue Guidoni – perché non vi era più quella maggioranza di cui sopra, e i fatti ci hanno dato ragione, prova ne è la risicata maggioranza con cui Lei è stato eletto; la stessa cosa vale per il direttivo, che nei quasi settanta anni di vita della Quintana è quello che ha ottenuto meno consensi di tutti gli altri.
Fino al 2014 eravamo il rione che Lei portava come esempio, l’unico che era in grado di svolgere il ruolo di associazione, la fucina di giovani quintanari; oggi che le abbiamo fatto mancare il nostro appoggio, siamo diventati il rione che non conosce il significato della parola lealtà e diseduca i propri rionali. Ci dispiace veramente tanto essere scesi di così tante posizioni nella Sua personale “hit parade” dei gradimenti, ma non la consideri come una lesa maestà bensì come la volontà da parte nostra di unire tutti gli intenti per far sempre più grande la nostra meravigliosa manifestazione.
Egregio presidente – cunclude Guidoni – si adoperi per unire, non per dividere. Tragga insegnamento dall’esito delle ultime votazioni”.