Jacopo Brugalossi
Una conoscenza che risale a qualche decina d’anni addietro, quando i protagonisti della vicenda frequentavano l’istituto d’arte di Spoleto. 57 anni lui e 51 lei, entrambi spoletini, si erano persi di vista per lungo tempo fino a quando nel 2002 si sono ritrovati ad abitare nello stesso quartiere, dove la donna si era trasferita con il suo attuale compagno.
Avances e pedinamenti – Da quel momento, stando alle carte processuali, sarebbero iniziate delle attenzioni un po’ troppo particolari da parte dell’uomo. Nonostante fosse sposato, avrebbe cominciato a fare pesanti avances alla ex compagna di scuola, prima con garbo, poi in modo sempre più categorico. Nonostante i rifiuti della donna, l’imputato non avrebbe posto fine ai suoi comportamenti molesti, arrivando perfino a pedinarla.
La donna si è decisa a sporgere denuncia nel febbraio del 2008 quando, sempre stando ai fascicoli, lui avrebbe preso a pedinarla con l’auto per tentare di parlarle, e all’ennesimo secco rifiuto le si sarebbe rivolto contro con degli epiteti ingiuriosi. Ora l’uomo, assistito d’ufficio dall’avvocato Fabio Militoni del foro di Spoleto, dovrà rispondere delle accuse di molestia e ingiuria. Il processo avrebbe dovuto aprirsi nei giorni scorsi, ma a causa dell’assenza del giudice la prima udienza è stata rimandata al 4 giugno prossimo.
Ancora violenza in famiglia – A pochi giorni di distanza dalla condanna a due anni di carcere del padre “orco” che picchiò e maltrattò i figli per anni, un altro caso di violenza in famiglia balza agli onori delle cronache. Protagonista ancora una volta è un padre, un 40enne spoletino, finito sotto processo per maltrattamenti nei confronti dalle moglie e della figlioletta. Stando al racconto delle carte processuali, le avrebbe sottoposte ad atti di violenza fisica e morale a partire dal 2004, in coincidenza con la nascita della bambina. Più volte, per futili motivi, avrebbe afferrato al collo la moglie strattonandola con forza, arrivando a minacciarla tra le mura dell’ospedale, nello stesso giorno in cui nacque la piccola, di abbandonarla se non avesse trascorso la prima fase di maternità a casa dei genitori. Anche una volta cessata la convivenza l’uomo non avrebbe posto fine alle sue “peripezie”. Nell’occasione di un incontro con la ex compagna e la figlia avrebbe cominciato ad innervosirsi spaventando la piccola, per poi telefonare alla donna e minacciare il suicidio.
Il quadro accusatorio si fa ancora più pesante quando parla delle presunte inadempienze dell’uomo nei confronti della figlia, bisognosa di cure e terapie specializzate poiché soffriva di alcuni ritardi nel linguaggio e nella deambulazione. Sebbene consigliati tanto dal pediatra quanto dai servizi sociali, l’uomo si sarebbe sempre rifiutato di sottoporre la piccola ai trattamenti. Anche questo processo è stato rinviato per l’assenza del giudice. La prima udienza si terrà il 16 settembre. L’imputato è assistito dall’avvocato Gaetano Puma del Foro di Spoleto.
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