In occasione del secondo appuntamento con gli eventi musicali di Ameria Festival, martedì 10 settembre, alle ore 20.30, accompagnato dall’Orchestra de “I Filarmonici di Roma” si esibirà sul palco del Teatro Sociale di Amelia uno dei più gran di violinisti del nostro tempo, Uto Ughi. “Enfant prodige”, già a sette anni eseguì in pubblico la Ciaccona dalla Partita n.2 di Bach e alcuni “Capricci” di Paganini, sbalordendo gli astanti. La sua carriera concertistica l'ha portato a esibirsi nei maggiori teatri e a suonare con le principali orchestre in tutto il mondo, sotto la direzione di maestri come Barbirolli, Celibidache, Cluytens, Giulini, Lu Ja, Maazel, Mehta, Penderecki, Prêtre, Rostropovic, Sinopoli, Temirkanov. Intensissima la sua attività discografica: di recente ha inciso “Le quattro stagioni” di Vivaldi, con la stessa orchestra con cui si esibirà ad Amelia. L'Orchestra da camera “IFilarmonici di Roma”, odierna denominazione dell' Orchestra da Camera di Santa Cecilia, è nata
per iniziativa di alcuni componenti dell'organico orchestrale dell'Ente Ceciliano, affermandosi immediatamente come un complesso artistico di altissimo livello. Ha suonato con direttori quali Wolfgang Sawallisch, Carlo Zecchi e Yehudi Menuhin, svolgendo applaudite tournées in Italia e all'estero e conseguendo numerosi premi, tra cui una targa del Parlamento Europeo ” per aver elevato ai massimi livelli l'espressione della musica italiana nel mondo intero”.
Attualmente svolge un’intensa attività concertistica con Uto Ughi in veste di solista e direttore, presentando un vasto repertorio che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea. In occa sione del concerto dell’Ameria Festival, in programma i quattro concerti delle stagioni di Vivaldi, che per usare le parole di Enrico Fubini, “potrebbero essere citati come la più perfetta traduzione musicale di un trattato d'estetica sull'imitazione della natura. In essi tutte le voci della natura vengono abilmente e delicatamente imitate: quadretti di genere, raffinatamente dipinti dai suoni. Ma l'abilità maggiore di Vivaldi è di conciliare perfettamente la struttura del concerto solistico con le esigenze descrittive, sfruttando l'alternarsi dei tempi veloci e lenti, le contrapposizioni fra “tutti” e “solo”, affidando ai primi la descrizione degli sfondi e delle atmosfere paesaggistiche e ai secondi gli episodi più pittoreschi, i dettagli più fantasiosi de lle scenette agresti, utilizzando la varietà timbrica di tutti gli strumenti, per ampliare la tavolozza dei colori, nel rispetto integrale della forma solistica e della razionalità costruttiva del concerto barocco”.