Le più recenti conseguenze della crisi e le antiche, croniche, carenze, come quella infrastrutturale, dell’Alta Valle del Tevere sono stati i temi affrontati in un incontro tra Fiorenzo Luchetti presidente della Sezione Alta Valle di Confindustria Perugia, Alberto Arata dell’Ufficio Relazioni industriali di Confindustria Perugia e i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori Alessandro Piergentili e Antonello Paccavia, segretari responsabili dell’Alta Umbria rispettivamente per la Cgil e per la Cisl.
Dall’incontro, convocato per fare il punto sulla condizione economica della zona, è emersa una situazione che, anche se non grave come durante il picco del 2009, risulta ancora complessa e difficile. Dall’inizio della crisi, infatti, si è registrato un notevole calo occupazionale soprattutto tra le piccolissime e micro realtà imprenditoriali attive nei settori della grafica, della meccanica, del legno e dell’abbigliamento. Nel suo complesso però la rete economica dell’Alta Valle ha dimostrato capacità di tenuta. “Anche se non è ancora possibile parlare di vera e propria ripresa – è stato sottolineato durante l’incontro – possiamo constatare che il nostro sistema, se pur con fatica, ha tenuto. Le ripercussioni sulle imprese dell’Alta Valle – che pur sono ricorse agli ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi – non sono state irreversibili”.
Le difficoltà sono legate soprattutto ai problemi nel riuscire a riscuotere i crediti, alle difficoltà legate alla restrizione del credito e al calo delle commesse che, oltre ad essere diminuite, spesso arrivano all’ultimo momento costringendo le imprese e i lavoratori ad una grandissima flessibilità.
Tema dolente da decenni rimane quello dello sviluppo, sempre annunciato e mai realizzato, delle reti infrastrutturali cronicamente carenti. “Il completamento della E78 Due Mari, i cui lavori sono eternamente incompiuti, – è stato ribadito – la messa in sicurezza della E45, la realizzazione della Piastra Logistica e il collegamento ferroviario con Arezzo rappresentano tutte “emergenze” che da tempo immemorabile siamo impegnati a sollecitare, purtroppo sempre con risultati buoni solo sulla carta. Oltretutto tali opere servirebbero da volano per rimettere in moto il comparto delle costruzioni, settore strategico e in grave crisi”.
La formazione professionale, infine, rappresenta un tassello strategico per l’industria dell’Alto Tevere, parte integrante della cultura imprenditoriale di questa zona. Tuttavia anche istituzioni storiche come il centro di Formazione Bufalini rischiano di veder compromessa la loro piena operatività per il significativo taglio dei contributi provenienti dallo Stato.
Quello tra Confindustria e i Sindacati dei lavoratori ha rappresentato un primo momento di confronto che le parti hanno concordemente deciso di proseguire per tenere desta l’attenzione sui problemi del territorio e per sollecitare le istituzioni alla predisposizione di una progettualità territoriale che dia risposte ai temi sopra affrontati.