Si parlerà di “Boccaccio a Spoleto. Gli Affreschi della Camera Pinta” domani (mercoledì 19 aprile), alle ore 17, a Spoleto, alla Rocca Albornoziana – Museo del Ducato, grazie alla conferenza di Giordana Benazzi. La storica dell’arte condurrà i presenti in un mondo raffinato ed elegante, testimoniato da splendidi cicli pittorici di racconti profani
Edificata negli anni sessanta del Trecento, la Rocca di Spoleto rappresenta una delle più tangibili testimonianze della politica dei papi, che, dall’esilio avignonese, affidarono al cardinale castigliano Egidio Albornoz il compito di preparare il ritorno della sede pontificia a Roma. Il modello che ne ispirò la costruzione fu dunque quello del Palazzo dei Papi di Avignone, che vedeva la camera da letto del papa sistemata nella torre meglio difesa, ornata da una decorazione che simulava un giardino popolato da alberi e animali.
Marino Tomacelli, stretto parente di papa Bonifacio IX ( Pietro Tomacelli ), fu inviato come governatore a Spoleto nel 1392 e vi rimase per ventiquattro anni. Da Napoli portava la sua sposa e alcuni libri, tra cui il Teseida, romanzo di gusto cavalleresco scritto da Giovanni Boccaccio durante la permanenza a Napoli tra il 1328 e il 1341. Fu il Tomacelli a volere affrescata sui muri della sua camera, la Camera Pinta appunto, la favola amorosa insieme ad altri episodi di vita cortese.