(Fda)- La tassa di soggiorno è una “soluzione iniqua e insostenibile” secondo gli albergatori umbri, che hanno dichiarato oggi aperta battaglia contro la misura fiscale contenuta nel decreto legge sul federalismo fiscale, chiedendo ai comuni di tutta la regione di non applicarla.
Secondo la nuova norma, infatti, sarà di competenza dei singoli comuni decidere se applicare o meno la misura fiscale alle strutture ricettive, a partire dal 2012, per reperire risorse per la nuova autonomia finanziaria. Laddove applicata, la tassa si dovrà pagare per ogni posto letto per notte, con un valore proporzionale che varierà dai 50 centesimi ai 5 euro. I comuni potranno anche deciderne le modalità di introduzione, scegliendo ad esempio di applicarla alle strutture alberghiere e non ai bed & breakfast o agli agriturismi.
“E' una soluzione iniqua e insostenibile”, ha tuonato oggi durante una conferenza stampa all'Hotel Brufani il presidente della Federalberghi regionale Giorgio Mencaroni, secondo cui la nuova misura andrebbe ad aggravare “uno stato di notevole difficoltà”. “Non è questo il federalismo che serve al turismo, all'Italia e alla nostra regione, perché grava sui cittadini che pernottano fuori casa non solo per turismo, ma anche per lavoro, e sulle imprese”. Secondo Mencaroni, diversamente da altre mete prestigiose come Venezia, Firenze e Roma, “della nostre città in Umbria non ce n'è nessuna che può essere così fondamentale come tappa di viaggio in Italia”, per cui il fattore prezzo gioca un ruolo più importante.Secondo Mencaroni, il rischio è anche che la tassa venga applicata in Umbria “a macchia di leopardo”, andando a creare una “lotta fratricida” tra le strutture, che andrebbe solo a danneggiare ancora il sistema turistico regionale, già in forte declino. Secondo i dati forniti nel corso della conferenza, il 2010 ha infatti visto la presenza in Umbria di cinque milioni e 698 mila persone, rispetto a cifre superiori ai nove milioni di cinque anni fa.
Il presidente per la provincia di Perugia dell'associazione degli albergatori Vincenzo Bianconi ha rincarato la dose con toni durissimi: “Rischiamo che alcune strutture non ce la facciano”, ha detto. “La logica è di non far pagare i costi ai cittadini e di appiopparli a chi viene (i turisti, ndr) e non ha diritto di voto”, ha detto. “La tassa di soggiorno è una soluzione da prima repubblica, tipica di un'Italietta che non vogliamo più essere”, ha proseguito Bianconi, secondo cui “un sindaco, un comune, che sceglie la tassa di soggiorno è un comune incapace di portarci verso il futuro”.
Per stessa ammissione di Mencaroni, sono pochi gli strumenti di opposizione in mano all'associazione degli albergatori, che vedrebbe in uno sciopero “un danno e una beffa”, andando a rimetterci con la chiusura delle strutture e mettendo in difficoltà anche i dipendenti. L'associazione di categoria intende dunque fare un lavoro di mediazione con le istituzioni per sollecitarle a non introdurre la nuova tassa, a partire da un incontro con l'Anci Umbria che si terrà nei prossimi giorni.
Secondo gli albergatori, finora solo il sindaco di Assisi ha dichiarato la propria contrarietà all'introduzione della nuova misura fiscale, oltre alla presidente della regione Catiuscia Marini e all'assessore regionale al Turismo Fabrizio Bracco. Nessuna amministrazione in Umbria però ha ancora annunciato l'opposto, ovvero di voler adottare la tassa il prossimo anno.