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Al Vinitaly la provocazione di Luciano Cesarini patron di Cantina Signae, ” Per il Sagrantino andiamo oltre la Docg”

Quest’anno la Cantina Signæ si è presentata al Vinitaly con la novità “Sagrantino oltre la DOCG” e Luciano Cesarini ci ha spiegato il perchè: “L’Umbria del vino, a mio avviso, non decolla perché vuol continuare ad essere una sottozona della Toscana. I disciplinari dei ns. vini impongono una vinificazione che non ci darà mai un’identità territoriale Umbra. Abbiamo uno dei vitigni autoctoni più poliedrici e potenti del mondo ma siamo costretti a vinificarlo secondo un disciplinare che mortifica questa prorompenza. Nel Mondo intanto cominciano a coltivarlo senza queste regole tanto oligarchiche quanto arcaiche e presto godranno dei frutti di questo dono che Dio aveva riservato al Montefalco.Io intendo vinificare le meravigliose uve di Sagrantino e di Grechetto secondo la tradizione millenaria in maniera tale da esprimere la mia gioia di vivere e quella degli umbri che sono umili, accoglienti, morbidi e lavoratori.Saranno i consumatori a decidere”

Questi concetti di andare oltre la docg hanno trovato eco in Angelo Gaia che li ha esposti in un convegno organizzato dall’Informatore Agricolo martedì a Verona
Con questo progetto la Cantina Signæ si è presentata al Vinitaly con due vini IGT: il Benozzo da uve di Sagrantino in purezza e La Randa un bland a base di Grechetto surmaturo con leggera fermentazione in barriques.
Molti sono stati gli opinion leader che hanno voluto conoscere il progetto della Video Certificazione dalla voce di Luciano Cesarini e lui non si è sottratto a nessuna domanda spiegando che per dare concretezza alla Sua Rivoluzione usa nove web-cam collegate, via internet 24 ore al giorno, ai suoi maggiori clienti come Sistema di Video-Certificazione della Qualità.
Certamente non esiste una certificazione che può dare maggiore tranquillità al consumatore
L’Osteria del Rossobastardo, animata dalla musica del chitarrista americano Caris Arkin, è stata uno degli stand più frequentati ed apprezzati dell’intero Vinitaly.
Durante i quattro giorni di Fiera sono stati centinaia i giovani che hanno voluto degustare l’ormai mitico Rossobastardo e molti hanno chiesto di farsi fotografare con Luciano Cesarini che per i giovani ormai è molto di più un semplice produttore di vino.
Lo sforzo dell’“unico Rossobastardo originale”, come ama definirsi, di voler dedicare la sua passione alla creatività dei giovani e ad assecondare i loro gusti, i loro sogni e le loro speranze ha portato la Cantina di Bastardo ad essere un’icona dell’avanguardia culturale e dell’allegria, in un ambiente del vino che continua ad essere sobrio e conservatore.
Mentre i giovani cantavano insieme al chitarrista americano, nei tavoli dell’Osteria si sono alternati opinion leader, buyer, importatori ed acquirenti di tutti e cinque i continenti che sono rimasti stupiti per l’eleganza e la bevibilità dei nuovi vini tanto potenti quanto giovani, ma soprattutto sono rimasti coinvolti nello spirito del Rossobastardo.
La giornata clou per la Cantina Signæ è stata sicuramente lunedì quando alle 11 è comparso Fulvio Pierangelini, il famoso chef tre stelle Michelin, un altro creativo che in poche decine di minuti ha preparato cinque primi piatti a base di pesce, carne e carciofi, con la pasta “La Campofilone” dell’eclettico Enzo Rossi di Campofilone (Fermo) sponsor dell’iniziativa e partner delle Osterie del Rossobastardo.