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“Al gioco d’azzardo si perde sempre”, l’iniziativa rivela dati preoccupanti tra i ragazzi

Un ragazzo tifernate consuma in media undici euro al mese per il gioco d’azzardo: questo il dato che emerge da uno studio condotto dall’istituto “Cavallotti-Patrizi-Baldelli”, presentato oggi, lunedì 4 novembre, durante l’iniziativa “Al gioco d’azzardo di perde. È matematico!”, tenutasi nell’Officina della Lana del Centro di formazione G.O. Bufalini di Città di Castello. Paolo Canova e Diego Rizzuto, due giovani ricercatori, hanno spiegato, schedina del lotto e penna alla mano, questa verità: “I numeri dicono che al gioco si perde anche quanto si vince”. I due, che stanno girando l’Italia con questa efficace campagna informativa, hanno poi dichiarato: “Le pubblicità e vari testimonial famosi tra i giovani, come le star del calcio, ci dicono che ‘vincere è facile’. La realtà è un’altra e le possibilità di avere successo, specialmente sul lungo periodo, non esistono”.
L’assessore tifernate alle Politiche sociali Andreina Ciubini ha precisato: “Oltre alla ludopatia, dipendenza che si sta sviluppando in modo inquietante tra i giovani, esiste un problema di approccio alla vita connesso al gioco d’azzardo: la persuasione che i soldi siano un obiettivo e non un mezzo e che questo obiettivo non debba essere perseguito con il lavoro onesto ma puntando sulla fortuna, sul caso”, invitando i ragazzi a valutare tutte le implicazioni negative di una simile pratica.
Durante l’incontro, è stato presentato un progetto dei docenti del polo professionale “Cavallotti-Patrizi-Baldelli” (Luciano Mercati e Antonio Moscatelli) condotto tra gli studenti a cui è stato sottoposto un questionario. Dalle risposte è emerso che “la media dei giocatori è in linea con le percentuali nazionali, circa l’80%, anche se con una predilezione di oltre il 70, rispetto al 50 nazionale, per le varie formule di “gratta e vinci”; mediamente vengono spese al gioco circa undici euro al mese, ma un 2% arriva a cinquecento. Tra questi giocatori in erba il 63% è convinto di poter vincere e circa il 41% dei genitori è all’oscuro della propensione del figlio”.