L’ennesimo episodio di aggressione e stalking nel tifernate ha visto protagonista il 66enne P.G. nato a Città di Castello e residente a Trestina. L’uomo è stato infatti denunciato dal personale dell’Ufficio Anticrimine del Commissariato di Polizia tifernate per i reati di lesioni, ingiurie e atti persecutori.
Dopo la fine di un rapporto sentimentale durato oltre dieci anni con la propria compagna, la 38enne S.N. di origini russe, P.G. avrebbe reiteratamente minacciato la donna, di persona e tramite sms. Intimidazioni, queste, che nel tempo si sarebbero fatte ancora più frequenti ed incisive, fino alle minacce di morte. S.N., volendo chiarirsi con l’ex compagno una volta per tutte, ha quindi accettato di incontrarlo; il 66enne però, una volta compreso che il rapporto era oramai definitivamente interrotto, ha minacciato la donna prima brandendo un coltello, poi aggredendola causandole ematomi ad un occhio e graffi su volto, mani e gambe, tanto da costringerla a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Le ferite giudicate guaribili in 7 gg, hanno spinto la donna a denunciare l’accaduto. Il personale operante ha poi confermato e riscontrato quanto denunciato, aggravando così la posizione di P.G.
E’ stato anche rinvenuto e riconosciuto il coltello con il quale la donna era stata minacciata; lo stesso, sottoposto a sequestro, è risultato essere lungo 23 cm, con 11 cm di lama.
All’uomo, risultato titolare di porto di fucile per uso caccia, sono state ritirate tutte le armi in detenzione con provvedimento cautelare autonomo del Dirigente del Commissariato. Dopo altri controlli è emerso che l’indagato deteneva abusivamente anche un’arma prestatagli dal figlio per la caccia al cinghiale, un numero ben superiore al consentito di cartucce non denunciate e polvere da sparo per le ricariche, anch’essa mai denunciata. In conseguenza di ciò, P.G. è stato ulteriormente denunciato per detenzione abusiva di arma e deposito di materie esplodenti e munizioni, senza la preventiva e prevista autorizzazione del Prefetto.