AGGIORNAMENTO: è stato scarcerato. Piromane Spoleto nega il rogo di Poreta – Le immagini dall’inferno, ritrovato scheletro animale - Tuttoggi.info

AGGIORNAMENTO: è stato scarcerato. Piromane Spoleto nega il rogo di Poreta – Le immagini dall’inferno, ritrovato scheletro animale

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AGGIORNAMENTO: è stato scarcerato. Piromane Spoleto nega il rogo di Poreta – Le immagini dall’inferno, ritrovato scheletro animale

Lun, 27/08/2012 - 01:40

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Aggiornamento delle 15.30è stato rimesso in libertà. Giancarlo Fabrizi, il pensionato 63enne arrestato sabato dai carabinieri di Spoleto è stato rimesso in libertà dal gup Roberto Laudenzi che ha previsto per lui l’obbligo di firma due volte al giorno presso la stazione dei carabinieri di Campello, di non uscire dal comune di residenza e, da casa, dalle 19 del pomeriggio alle 9 della mattina seguente. Accolte quindi le richieste del pm Roberta Maio, che aveva chiesto l’obbligo di firma per 3 volte al giorno. D’altra parte i motivi per la custodia cautelare sembravano essere insufficienti: l’uomo è incensurato ed ha ammesso la responsabilità di aver appiccato il fuoco lungo la pioppeta di Maiano di Spoleto. In aula era assistito dagli avvocato Leonardo Romoli di Foligno e Antonio Francesconi di Campello sul Clitunno. Durante l’udienza, a quanto trapela, sembra che l’accusato ha ammesso di non essere in buone condizioni psico-fisiche non riuscendo però a trovare una giustificazione al malsano gesto. Il giudice gli ha chiesto più volte se avesse agito su input di qualcuno: ogni volta il pensionato è rimasto per qualche secondo in silenzio, salvo poi smentire di aver ricevuto ordini da terze persone. Già fissata l'udienza del processo che avrà inizio martedì prossimo 4 settembre.

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(Car.Cer. e Sa.Mi)Prima il gelato, poi l’inferno. Il piromane di Spoleto era talmente convinto di farla franca che, una volta appiccate le fiamme, si è spostato di pochi metri per assistere allo “spettacolo”. Invece i carabinieri di Spoleto, guidati dal capitano Fabio Rufino e coordinati dal pm Mara Pucci, sono riusciti a tempo di record ad arrestarlo e a ricostruire le sue ultime mosse. Compreso il gelato acquistato al Bar Ricci di via San Benedetto poco prima di compiere l’insano gesto. Da ieri pomeriggio, Giancarlo Fabrizi, 63 anni, pensionato residente a Campello sul Clitunno, sta meditando su quanto compiuto rinchiuso nella camera di sicurezza della compagnia dei carabinieri. In attesa dell’udienza della convalida dell’arresto che si terrà questa mattina (lunedì) davanti al Gip di Spoleto. Decreto scontato, visto che l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità – e non poteva essere altrimenti visto nel bagagliaio della sua Y10 è stata trovata una tanica di benzina e un accendino – cercando di giustificare la propria azione per ‘voler ripulire l’area dalle sterpaglie”. Una balla come un’altra, la prima che deve essergli venuta in mente. A dare una svolta alla cattura sono state le testimonianze di alcuni passanti e abitanti che lo hanno visto armeggiare lungo il bosco di pioppi che costeggia la pista ciclabile che collega la città del festival a San Giacomo. I carabinieri del Norm lo hanno notato mentre a bordo della sua vettura e in compagnia del proprio cane, guardava compiaciuto l’opera dei vigili del fuoco e dell’elicottero della Forestale che cercavano di avere la meglio sulle fiamme. Spente dopo quasi tre ore di lavoro e di timore per le sorti del supercarcere di Maiano che si trova a una trentina di metri dal punto di innesco.
Le indagini – gli inquirenti sono trincerati dietro il massimo riserbo ma hanno ammesso che sono in corso accertamenti tesi a verificare se Fabrizi possa esser in qualche modo collegato all’incendio di Poreta di otto giorni fa, dove sono andati in fumo quasi 150 ettari di bosco. Il pensionato ha negato ogni addebito in tal senso. “Con Poreta non c’entro” ha detto ai militari durante l’interrogatorio. La notizia del suo arresto ha già fatto il giro di Campello dove il 63enne è molto conosciuto, specie per il suo carattere: “è stato sempre un tipo strano, particolare” dicono nella cittadina “ma mai avremmo pensato che arrivasse a tanto”.
Il respiro della montagna – Quando oggi la tanto attesa pioggia ha finalmente posto la parola fine all’incubo dei piccoli focolai che ancora erano visibili dai piedi del versante che guarda Bazzano, la montagna di Poreta ha letteralmente sospirato. Decidiamo di fare un giro. Il rogo, che per quattro interi giorni ha tenuto sotto scacco le squadre di soccorso, ha lasciato solo devastazione e della verde collina c’è rimasto ben poco. La cenere sollevata dal vento che ha anticipato la perturbazione è stata fortunatamente rischiacciata a terra dalla forza del temporale che ha anche attenuato il forte olezzo di bruciato entrato nelle narici degli abitanti. Lo sentiranno ancora per settimane.
Il macabro ritrovamento – cominciamo il sopralluogo dal punto in cui si presume sia partito il devastante incendio. Pochi passi è fra la terra e la cenere troviamo lo scheletro di un animale bruciato, forse un gatto (guarda le immagini, non adatte ad un pubblico sensibile). Forse poco per pensare alla ipotesi che sia stato utilizzato un ‘animale incendiario’, certo è che il punto del macabro ritrovamento è a meno di dieci metri dalla strada che collega Santa Maria Reggiana a Poreta. Possibile che la bestia sia rimasta imprigionata dalle fiamme, trovandosi così vicino al ciglio della strada? O forse era già morta al momento dell’incendio? La carcassa dell’animale si trova comunque a pochi passi dalla buca da cui, secondo una ipotesi investigativa confermata anche dal sindaco di Spoleto, si sarebbero sprigionate le fiamme.
(Foto di S. Minciaroni, le immagini del bosco sono tratte dal profilo Fb di Angelo Mariani)

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