Affitti "pazzi" a Gubbio, prezzi alle stelle spingono residenti a lasciare città "900 euro al mese neanche a Milano" - Tuttoggi.info

Affitti “pazzi” a Gubbio, prezzi alle stelle spingono residenti a lasciare città “900 euro al mese neanche a Milano”

Davide Baccarini

Affitti “pazzi” a Gubbio, prezzi alle stelle spingono residenti a lasciare città “900 euro al mese neanche a Milano”

Richieste esorbitanti dai 700 ai 2000 euro al mese per affitti a lungo termine, fuori controllo anche i prezzi di vendita "La case sono pure poche e vetuste, costretti a trasferirci altrove"
Mar, 29/10/2024 - 13:53

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A Gubbio si sta vivendo una vera e propria crisi del mercato immobiliare, con affitti alle stelle e prezzi di vendita letteralmente fuori controllo.

Boom B&b e poche case disponibili

Causa principale di questa situazione sarebbe attribuibile (anche) alla crescita incontrollata di Bed and breakfast e alloggi turistici, che hanno ormai invaso la città – nota per la sua indiscutibile vocazione turistica – e ridotto drasticamente la disponibilità di case in affitto, specie a lungo termine.

Attualmente nel Comune di Gubbio – dopo una nostra ricerca – si conterebbero appena un centinaio di appartamenti disponibili sulle principali piattaforme immobiliari web, i quali spesso vengono affittati a turisti piuttosto che a cittadini in cerca di una sistemazione stabile. A questi si aggiungono numerosi casolari riconvertiti spesso in agriturismi, che sottraggono ulteriori unità abitative al mercato residenziale.

Prezzi alle stelle

Le conseguenze di questa situazione sono alquanto preoccupanti: chi cerca casa nella città dei Ceri o nei dintorni si trova di fronte a richieste esorbitanti, che variano dai 700 fino ai 2000 euro al mese. Prezzi fuori portata per molti, in particolare per giovani e famiglie che devono fare i conti con redditi medi.

La difficoltà a trovare un alloggio si riflette anche sul mercato della compravendita, dove i prezzi, appunto, schizzano alle stelle. Un appartamento degli anni ’60, di medie dimensioni e in condizioni non proprio ottimali, oggi può arrivare a costare tra i 170.000 e 200.000 euro, quando 15 anni fa avrebbe avuto un valore massimo di quasi la metà (100.000 euro). Questo aumento spropositato, che interessa anche le zone periferiche e non solo il centro storico, ha reso l’acquisto di una casa una missione impossibile.

Le testimonianze

La situazione ha infatti portato diversi residenti in cerca di una casa a lasciare direttamente Gubbio, esasperati dai costi insostenibili e dalla scarsa qualità degli alloggi disponibili. Mi sono dovuta trasferire perché non trovavo una sistemazione ad un prezzo accessibile, mai al di sotto degli 800 euro mensili – ci racconta una giovane eugubina tra i 35 e i 40 anni – Gli appartamenti in affitto poi sono spesso in condizioni pessime, adatti al massimo ad uno studente (anche se qui universitari non esistono), non certo a chi cerca una sistemazione stabile e dignitosa”.

Il mercato è infatti saturo di “case vetuste, spesso con evidenti problemi strutturali – ci dice un altro eugubino tra i 30 e 35 anni – e i pochi immobili ristrutturati hanno prezzi comparabili a quelli di grandi città come Milano, se non superiori. Per una casa alle porte del centro sono arrivati a chiedermi 900 euro al mese!”. Un altro segnale lampante di questa crisi, banalmente, lo si può vedere nel gruppo social “Cerco offro casa in affitto a Gubbio“, dove tutti cercano un’abitazione ma non c’è nessun utente che la offre (o perlomeno risponde alle varie richieste di aiuto).

Via da Gubbio

La mancanza di alloggi a prezzi accessibili, di fatto, non sta solo spingendo i residenti a lasciare Gubbio, ma sta anche cambiando il tessuto sociale della città. La trasformazione di abitazioni in strutture turistiche porta sì benefici economici immediati ai proprietari ma riduce al tempo stesso la possibilità di trovare una casa, generando un effetto domino che si ripercuote su tutti gli aspetti della vita. A partire dallo stracitato spopolamento – a Gubbio si è passati dai 30.859 residenti di inizio 2022 ai 30.520 dell’aprile 2024 – fino al conseguente ed inevitabile “inverno demografico”.

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