"Affettività patetiche" lo spettacolo scritto, realizzato e interpretato dai detenuti del carcere di Spoleto - Tuttoggi.info

“Affettività patetiche” lo spettacolo scritto, realizzato e interpretato dai detenuti del carcere di Spoleto

Redazione

“Affettività patetiche” lo spettacolo scritto, realizzato e interpretato dai detenuti del carcere di Spoleto

Dom, 07/07/2013 - 01:43

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Sara Cipriani

Un cancello si chiude e ti ritrovi nudo, la libertà rimasta fuori. Questa è la sensazione netta che ti assale entrando in un carcere, anche solo per il tempo breve di una visita.
Anche solo per il tempo breve di andare a rendere omaggio al lavoro di un gruppo di detenuti che mettono in scena se stessi e raccontano il tempo diverso che si respira dentro ad una casa di reclusione.
Questo è quello che è accaduto oggi pomeriggio, nella casa circondariale di Spoleto: uno spettacolo toccante, che muove le corde delle emozioni profonde, che fa riflettere. Un gruppo di uomini, di reclusi, racconta al selezionato pubblico presente lo scorrere della vita “dentro”, la frustrazione dei rapporti con i propri cari, parole e incontri appesi a minuti contati da permessi, gli spazi angusti misurati da passi sempre uguali, i gesti quotidiani che si ripetono e acquistano senso e sapore diverso, la fatica della convivenza forzata. Ma il messaggio dello spettacolo, a partire dall’insolita e vibrante “ouverture” sostenuta da uno degli attori, ancor prima di raggiungere la palestra-teatro, mentre nel passare si calpestano nomi di carta lasciati lungo il corridoio, fino alla chiusura della rappresentazione, scandita dalla lettura di dati e leggi ad ogni cambio scena, è stato la denuncia delle condizioni della vita in carcere, del sovraffollamento e del non-senso dell’ergastolo ostativo: il “fine pena mai”. Una condanna che via, via è stata abolita in quasi tutti i paesi europei. In Italia ancora vigente. Una condanna che toglie ogni speranza alla redenzione.
Minimale l’allestimento scenico, ma di forte impatto e sicuro effetto: la riproduzione della struttura di una cella, scala 1:1, attorno alla quale si srotolano le storie, i racconti e i pensieri dei bravi attori e autori della pièce. A rendere ancora più coinvolgente l’interpretazione, una serie di mattonelle con le impronte di piedi e matricole degli interpreti, mischiati in mezzo al pubblico, fuori dal palcoscenico; così arriva più forte la sensazione che quanto raccontato in “Affettività patetiche” non è finzione ma vita reale, a favore di chi, per scelte opportune o solo per maggior fortuna, non è costretto a vivere.
Lo spettacolo è il risultato del corso che il Liceo Artistico Sansi-Leonardi svolge durante l’anno scolastico anche all’interno del carcere di Spoleto. La realizzazione, voluta fortemente dalla dirigente Roberta Galassi, ha impiegato gli ultimi due mesi delle classi 1°, 2° e 3° corso nella Sede Associata ed è stata coordinata e diretta, con passione, dal professor Giorgio Flamini, la partecipazione straordinaria di Virginia Virilli e l’elaborazione scenica Simone Bacci e Maria Paola Buono

Il valore del lavoro è tale da essere stato riconosciuto anche dalla Fondazione Festival dei 2 Mondi, che lo ha inserito nel programma di Spoleto56. La prossima e ultima rappresentazione si terrà il prossimo 12 luglio alle 15:30. Per partecipare è necessario inviare i propri dati alle mail indicate nel sito festivaldispoleto.com

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