E’ scomparsa oggi (5 luglio) a 99 anni Walkiria Terradura, comandante partigiana di Gubbio e Medaglia d’argento al Valor Militare nata a Gubbio il 9 gennaio 1924.
A darne l’annuncio è stato Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’ANPI: “Non la dimenticheremo, terremo vivi e attivi i valori di libertà e democrazia per cui ha speso la sua giovinezza con coraggio e altissimo senso di responsabilità. Walkiria è un simbolo importante del decisivo impegno delle donne nella Resistenza. Ciao comandante”.
Dal padre Gustavo, avvocato di Perugia finito in carcere per le sue idee chiaramente antifasciste e liberato soltanto dopo la caduta di Mussolini, aveva imparato a odiare la dittatura. Già al liceo, per il suo atteggiamento sprezzante verso il regime, fu più volte interrogata in Questura e redarguita severamente. Quando i fascisti tentarono di catturare nuovamente il padre Gustavo, facendo irruzione nella casa dove l’avvocato viveva con la famiglia, fu Walkiria a salvarlo Quando i nazifascisti se ne tornarono nelle loro caserme dopo 8 ore di inutili ricerche, padre e figlia raggiunsero i Monti del Burano e si aggregarono alle nascenti formazioni partigiane della zona, e precisamente al gruppo Panichi.
Walkiria per la sua determinazione e coraggio fu nominata dai suoi stessi compagni a capo di una squadra di nome “Settebello” e si distinse in numerose azioni che alla fine della guerra le valsero la decorazione al valore e la nomina a sottotenente. Otto furono i mandati di cattura che i nazifascisti spiccarono contro la giovane donna, che si era specializzata nel minare e quindi a far saltare i ponti insieme e sotto la guida di Valentino Guerra – già geniere del dissolto esercito italiano – per contrastare l’avanzata prima e la ritirata poi dell’esercito tedesco, che il comando di brigata e gli stessi alleati segnalavano. Nei loro rastrellamenti i nazifascisti giravano con la fotografia di Walkiria, ma non riuscirono mai a catturarla.
Durante la guerra conobbe un capitano dell’OSS (Office Strategic Service) con il quale si sposò, trasferendosi in America. Dopo un anno e mezzo Walkiria decise di tornare in Italia, dove i suoi racconti molto vivi hanno continuato a testimoniare la Resistenza e i suoi valori irrinunciabili. “Salutiamo Walkiria Terradura come si saluta una donna che ha fatto la storia – sottolinea il sindaco di Gubbio Filippo Stirati – come si saluta chi ha scelto di farla dalla parte giusta e di rischiare la vita nel nome della democrazia, dell’antifascismo, della libertà, valori che tutti noi, oggi, anche nel nome dell’eugubina Walkiria, siamo chiamati a continuare a difendere con tutta la nostra forza”.