Addio al Cinema Corso, Spoleto perde un altro pezzo della sua storia - Tuttoggi.info

Addio al Cinema Corso, Spoleto perde un altro pezzo della sua storia

Redazione

Addio al Cinema Corso, Spoleto perde un altro pezzo della sua storia

Mer, 10/04/2013 - 12:52

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Un altro pezzo di storia di Spoleto da consegnare agli archivi. Mercoledì prossimo, 17 aprile, chiuderà infatti i battenti il Cinema Corso, uno dei più longevi luoghi di cultura della città dei Due Mondi, che ha fatto emozionare, ridere e innamorare intere generazioni di spoletini. Unico punto di riferimento rimasto per gli appassionati di cinema che non si rassegnavano all’idea di doversi spostare a Terni o Foligno per vedere un buon film. Ad ufficializzare la notizia, ieri, è stata l’associazione “L’Uovo di Colombo”, attraverso una mail inviata alle redazioni dei giornali ma destinata a tutti coloro che hanno dimostrato di avere veramente a cuore le sorti della sala.

I ringraziamenti –Grazie a tutti per essere stati con noi in questa ‘lotta per la sopravvivenza’ delle sale cinematografiche e del Cinema d'Autore che abbiamo fatto insieme anche quest’inverno, da ottobre a marzo – scrivono i responsabili -. Grazie per aver resistito al freddo, all’audio pessimo, ad una sala, pur affascinante nella sua veste retrò, non appropriata per un Cinema importante come abbiamo provato a proporre noi. Grazie per aver apprezzato i nostri sforzi ed aver collaborato alla scelta dei film proposti. Grazie ai tipi extraterrestri di CineGatti che, oggi ci sembra di aver capito, dopo una strenua resistenza il 17 aprile lasceranno il Cinema Corso e questa nostra città…dina”.

La passione non basta – Le rassegne di film d’autore, da sole, non sono bastate a salvarlo. La ditta Cinegatti di Perugia, che dal 2005 gestisce la sala di Corso Mazzini, ci ha provato fino all’ultimo. Ma alla fine la logica della ristrettezza finanziaria ha prevalso sull’inossidabile passione per il cinema di questi ragazzi. “Il calo delle presenze – dice a Tuttoggi.info Mauro Gatti – è iniziato già da 3-4 anni, ma fino ad ora abbiamo sempre resistito, grazie soprattutto all’encomiabile impegno della Cooperativa Il Cerchio e dell’Associazione L’Uovo di Colombo, con cui collaboriamo ormai dal 2010, e alla famiglia Marcelli, proprietaria della sala, che ci ha incoraggiato e sostenuto fino alla fine della nostra avventura. Ma per mandare avanti una sala così grande – prosegue Mauro – non possono bastare i film d’autore”.

Sala da rinnovare – Quelli più commerciali, che fanno cassa, la gente va a vederli nei multisala di Terni o Foligno, dove c'è una maggiore scelta di titoli, le poltrone sono più comode e l’audio è migliore. “Non ci nascondiamo dietro a un dito – ammette Mauro -. Sappiamo che la sala avrebbe bisogno di un importante restyling, ma se le persone non vengono, non solo perché attratte da altri cinema ma anche a causa della crisi economica, dove troviamo i fondi per poter investire?”. L’affluenza, infatti, è calata in modo sensibile a partire dal 2008, e se le rassegne di cinema d’autore realizzate in collaborazione con Il Cerchio hanno garantito la fidelizzazione del pubblico più affezionato, non c’è stata una risposta adeguata alle aspettative da parte della città. Entro il primo gennaio del 2014, inoltre, sarebbe stato necessario per i gestori adeguarsi alle nuove normative europee e procedere alla digitalizzazione della sala (le pellicole non verranno più stampate). Un investimento da diverse decine di migliaia di euro, che nessuno sarebbe stato in grado di sostenere nelle condizioni attuali.

Domani l’ultimo film – L’”addio” al Cinema Corso sarà sancito domani alle 20.30 con la proiezione gratuita del film “Amour” di Michael Haneke, che verrà preceduta, alle ore 19.00, dall'apertura del tesseramento dell'Associazione L'Uovo di Colombo, ed alle ore 19.30 da un aperitivo. In ogni caso, la chiusura della storica sala di Corso Mazzini semplificherà le scelte. Da ora in poi, infatti, chi vorrà trascorrere una serata in compagnia di un film dovrà per forza percorrere tra andata e ritorno almeno 40 chilometri.

Jacopo Brugalossi

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