A scoprirlo Finanza di Perugia e Arpa; il titolare dell'attività aveva anche un lavoratore in nero e aveva omesso di versare contributi previdenziali ai dipendenti
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia hanno posto fine al pericoloso “sversamento” di acque reflue all’interno di un affluente del fiume Nestore. Il responsabile sarebbe un cittadino egiziano di 35 anni, gestore di un autolavaggio, che invece di riversare le acque reflue prodotte dall’attività all’interno della pubblica fognatura, così come autorizzato dal Comune di Perugia, aveva ben pensato di sversarle illecitamente (e pericolosamente) nel torrente Rigo.
A scoprirlo gli accertamenti svolti in collaborazione con in funzionari dell’ARPA (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale). All’imprenditore, oltre allo scarico di acque reflue, sono state constatate e contestate diverse violazioni relative alla mancata emissione di ricevute fiscali, all’impiego di un lavoratore “in nero” e all’omesso versamento dei contributi previdenziali per i propri dipendenti. L’uomo rischia, per i reati previsti dal cosiddetto “Testo Unico Ambientale”, fino a 3 anni di arresto e 50 mila euro di ammenda, oltre a sanzioni amministrative di circa 23 mila euro per le infrazioni alle norme tributarie e previdenziali.
Le Fiamme Gialle hanno altresì rilevato come persino gli abitanti dello stabile all’interno del quale si trova l’autolavaggio avessero scaricato irregolarmente rifiuti liquidi nel torrente. Anche per i residenti scatteranno pesanti pene pecuniarie. L’operazione si inserisce all’interno del contesto di “trasversalità operativa” fatto proprio dal Corpo della Guardia di Finanza, la cui mission prevede il contrasto a tutte le forme di illegalità economico-finanziaria.