Questa mattina i lavoratori della Sangemini si sono riuniti davanti ai cancelli dello stabilimento di san Gemini per un sit-in di protesta nei confronti di AMI (Acque Minerali Italia). Da ormai due giorni la produzione è ferma per mancanza di materie prime e i sindacati sono sempre più preoccupati per gli 85 dipendenti che attendono ancora risposte dall’azienda che, nel pomeriggio di oggi ha incontrato istituzioni e rappresentanti sindacali.
In discussione c’era il piano un eventuale piano industriale per risanare l’azienda che, secondo quanto riferito dai sindacati, avrebbe oltre 100milioni di ‘rosso’, e la possibilità di cedere le quote Norda e Gaudianello a San Benedetto.
“Oggi è il giorno della verità – sottolinea Simone Dezi della Cisl – l’azienda deve scoprire le carte e dire cosa vuole fare nello stabilimento di San Gemini. La tensione sale, i lavoratori hanno fatto i sacrifici fino a questo momento, non meritano questo trattamento e non accettano un cassa integrazione forzata”.
Parole profetiche quelle di Dezi perché, secondo quanto TO è in grado di anticipare, l’AMI nei prossimi giorni presenterà un concordato in bianco in continuità per ristrutturare l’azienda. In altre parole, da parte di Acque Minerali non c’è alcuna volontà di vendere o licenziare lavoratori. Anzi. La proprietà nei prossimi giorni si dedicherà alla riorganizzazione del lavoro e commerciale per affrontare al meglio l’incombente stagione estiva, periodo chiave per la vendita di acqua. AMI avrebbe dunque manifestato la forte volontà di risanare il debito dell’azienda attraverso un piano industriale di rilancio col mantenimento e l’aumento dei volumi produttivi e il mantenimento della forzalavoro attualmente impiegata negli stabilimenti.