Il giallo rimane, ma la situazione forse si sta lentamente normalizzando: scende infatti la temperatura dell’acqua calda dai pozzi di San Martino in Trignano. Quello principale, dove la temperatura dieci giorni fa ha toccato i 50 gradi, ha registrato oggi un valore molto più basso, anche se comunque anomalo e fuori dalla norma.
Temperatura scende – Ad annunciarlo è in una nota il Comune, che spiega come “stamani nelle operazioni di analisi sono stati coinvolti l’Università degli Studi di Perugia e l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, la quale ha istallato all’interno del pozzo un data logger per monitorare costantemente la temperatura. Dalla misurazione di stamattina la temperatura dell’acqua risultava scesa a 27,5 gradi”.
Nuovi controlli – Per avere un monitoraggio più preciso dell’area effettivamente coinvolta sono in programma, come annunciato già in questi giorni, altre misurazioni delle temperatura in altri pozzi nelle aree vicine. La Protezione civile del Comune continua a coordinare una equipe di esperti (tra cui membri dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e l’Arpa Umbria) che da giorni sono impegnati nell’attività di monitoraggio della situazione.
Radon nella norma – Tra i dati più importanti emersi nelle ultime ore all’esito dei campionamenti effettuati sin dalla giornata del 6 dicembre c’è il valore di radon nella norma. Un gas, questo, che da alcuni viene ritenuto come precursore di terremoti, tesi di cui si è dibattuto molto in occasione del terremoto dell’Aquila che però è stata comunque smentita da vari studi successivi. Al di là della veridicità o meno del legame tra radon e sisma, comunque, gli abitanti di San Martino in Trignano possono stare tranquilli: i valori rilevati non hanno mostrato anomalie nei giorni in cui il pozzo nel mirino ha registrato la temperatura più alta.