Sono accusati di aver compiuto circa 50 furti nella zona tra Perugia e Marsciano negli ultimi tempi (ma anche a Spoleto). Sono 8 le persone – tutte albanesi – arrestate in esecuzione di due diverse ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Perugia. Altre 3, invece, sono al momento irreperibili e saranno oggetto di un mandato di arresto internazionale: si ritiene infatti che si trovino in Albania. Dove stava andando anche uno degli arrestati, fermato alla frontiera.
Due le diverse bande (una di 6 soggetti, l’altra di 5) in azione negli ultimi mesi – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – in provincia di Perugia. In un paio di casi – a Perugia e nello Spoletino – il furto in abitazione si è trasformato in rapina impropria, dopo che i proprietari di casa avevano reagito ed erano stati feriti.
Gli arresti, eseguiti tra l’Umbria, Udine, Brescia, Trento e Caserta, sono stati al centro di una conferenza stampa della Procura di Perugia martedì mattina alla presenza del questore Giuseppe Bellassai e del procuratore capo Raffaele Cantone.
Agli indagati viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata al furto, “che ha una importanza diversa – ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Gianluca Boiano – rispetto a un singolo arresto, che non stronca un fenomeno come quello che abbiamo avuto da un fenomeno come quello che abbiamo avuto dal dicembre 2021 al marzo 2022″.
I numerosi furti effettuati avrebbero fruttato alle due bande di albanesi – senza alcun collegamento tra loro – tra i 150 e i 200mila euro. Valori, beni mobili e denaro rubati in case e negozi. Le forze dell’ordine sono riuscite però a ritrovare durante le perquisizioni soltanto 4mila euro in contanti e alcuni orologi, il resto si presume sia stato portato in Albania. Dalle intercettazioni, infatti, è emerso come gli albanesi coinvolti si preoccupavano di mandare in beni in patria.
Diverse anche le armi rubate nei vari furti messi a segno, che non sono state ritrovate. In una intercettazione, i malviventi si dicevano preoccupati di avere tra la refurtiva alcune pistole. Che presumibilmente sono finite in Albania. Insieme a gran parte del denaro frutto della vendita della merce rubata.
I covi delle due bande di ladri erano a Perugia, in un’abitazione di Sant’Enea e in una di San Fortunato della Collina. Dopo i primi riscontri investigativi, gli inquirenti hanno posizionato telecamere a ridosso dell’abitazione di Sant’Enea. Nel frattempo, però, si era avuta contezza di altri colpi, non ascrivibili a quel gruppo, e dunque sono iniziate le indagini per individuare la seconda banda.
Il modus operandi ricostruito prevedeva l’utilizzo di auto a noleggio, guidate da una persona che portava i malviventi vicino alle abitazioni, scelte a caso in base alla facilità di accesso, visitate principalmente tra le ore 18 e le 21. Venivano compiuti 3-4 colpi e poi i ladri si allontanavano a piedi. Usavano quindi cellulari dedicati con i quali si facevano venire a riprendere da un’auto.
Le forze dell’ordine sono dunque riuscite a stringere il cerchio su due bande dedite ai furti in casa che tanta apprensione avevano creato tra gli abitanti della Media Valle del Tevere in particolar modo. In un caso, il furto si era trasformato in tragedia: a metà marzo, infatti, la 60enne Giuseppina Ferranti era morta colpita da malore. Non è però chiaro se i ladri che avevano causato, con la loro azione, il malore fatale della donna siano tra quelli arrestati nelle ultime ore. Nello stesso provvedimento del gip, comunque, si ipotizza che i due gruppi possano aver compiuto altri furti.