Spoleto

Accoltellato, scappa in strada e muore: il racconto di chi l’ha soccorso | Arrestato 42enne | Foto, Video e Aggiornamenti

Omicidio nella serata di sabato a Spoleto, nel rione Casette. Un giovane di 28 anni, Stefano Bartoli, è stato accoltellato ed è poi stramazzato al suolo, mentre stava cercando di fuggire lungo via II Giugno, davanti ad una abitazione dove ha chiesto aiuto. Le persone all’interno lo hanno soccorso, chiamando i soccorsi e le forze dell’ordine.

Dopo essere stato soccorso, però, l’accoltellato – piuttosto conosciuto in città e con dei precedenti penali – è purtroppo deceduto. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Spoleto, che hanno ricostruito l’accaduto, stringendo il cerchio sul presunto omicida, una persona residente nella zona.

Un 42enne di origini albanesi, Erjon Behari, è stato infatti interrogato in queste ore presso la caserma dei carabinieri di Spoleto guidata dal maggiore Teresa Messore. L’uomo, “all’esito dell’acquisizione di gravi, univoci e concordanti elementi indiziari“, è stato dichiarato in stato di arresto per il reato di omicidio e portato al carcere di Spoleto.

Gli investigatori (a coordinare le indagini il pm Alessandro Tana) sono tuttora trincerati dietro il massimo riserbo. Una prima ipotesi – stando a quanto Tuttoggi ha potuto accertare sui luoghi del fatto – è che l’accoltellamento sarebbe cominciato nei pressi del civico 30 di via II Giugno, con la vittima – Stefano Bartoli, queste le generalità della vittima che si sono apprese intorno alle 11 – che è riuscita a raggiungere a piedi il civico 5 della stessa via, giusto in tempo per chiedere soccorso prima di accasciarsi al suolo.

Non erano ancora le 21 – dice a Tuttoggi la donna che insieme al fratello ha soccorso per prima il giovane spoletinoed io mi trovavo in cucina per finire la cena, quando ho sentito chiedere aiuto. Mi sono affacciata e ho visto questo ragazzo con i capelli lunghi che mi ha detto ‘mi hanno accoltellato, aiutatemi’. Mio fratello ha cercato di sorreggerlo mentre io cercavo materiale per tamponare la ferita ed abbiamo chiamato il 118. Pochi minuti dopo è arrivata l’ambulanza ed una pattuglia dei carabinieri, ma il ragazzo non era già cosciente. Spero che ce la possa fare” dice la donna quando sono le 10 di domenica mattina, a dimostrazione che la morte del giovane non è ancora di dominio pubblico.

Tornando alle indagini, potrebbero risultare utili almeno 4 telecamere poste sul lato sinistro di via II Giugno, in pratica il lato opposto a dove è successa l’aggressione. Le tracce di sangue cerchiate dai carabinieri partono infatti proprio dalla strada pubblica all’altezza del portone di accesso al giardino del civico 30. Saranno quindi le indagini ad accertare se l’aggressione sfociata nel drammatico omicidio è partita in uno degli appartamenti della palazzina o già in strada, ma soprattutto i motivi che l’hanno scatenata.

Intorno alle 10 di domenica mattina militari del nucleo investigativo di Spoleto sono tornati sul posto e sono entrati in un appartamento del civico 30, quello dove verosimilmente abita l’albanese che ha accoltellato lo spoletino.

Intorno a mezzogiorno di oggi la nota ufficiale dei Carabinieri, che confermano l’arresto di un 42enne di origini albanesi, interrogato dalle prime ore dell’alba presso la caserma dei carabinieri di Spoleto guidata dal maggiore Teresa Messore: “L’uomo, all’esito dell’acquisizione di gravi, univoci e concordanti elementi indiziari, è stato dichiarato in stato di arresto per il reato di omicidio e portato al carcere di Spoleto”. L’albanese, già noto alle Forze dell’Ordine e sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, “al culmine di un litigio avvenuto sotto la propria abitazione per futili motivi, avrebbe colpito al torace, con un coltello da cucina” il Bartoli, “residente nel Comune di Spoleto, che annoverava anch’egli precedenti di polizia. Gli accertamenti tecnici irripetibili, avviati sin dalle prime fasi conseguenti all’evento omicidiario, sono stati affidati ai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Perugia per l’acquisizione di tutte le fonti probatorie ritenute utili.

L’arma bianca presumibilmente utilizzata per colpire la vittima è stata sottoposta a sequestro mentre la salma è stata traslata presso l’istituto di medicina legale di Perugia per il successivo esame autopticoconclude la nota.

(Sara Fratepietro – Carlo Ceraso)

articolo in aggiornamento