Sarebbe stata violentata per tre anni – quando era ancora minorenne – dal cugino 40enne, che spesso aveva facile accesso alla casa degli zii. E’ la brutta storia di una ragazza residente a Città di Castello, oggi 21enne, che sarebbe stata molestata dall’uomo da quando lei ne aveva solo 13.
La fuga nelle Filippine, irreperibile da quasi un anno ma…
Attualmente il cugino, accusato di violenza sessuale aggravata – e su cui pende un mandato di arresto internazionale – vivrebbe addirittura a Manila, nelle Filippine, suo paese d’origine, dove sarebbe scappato dopo la denuncia per sfuggire alla giustizia e dove dal febbraio 2024 risulta irreperibile.
…attivo sui social
Dalla documentazione raccolta dalla legale della ragazza – l’avvocato Sara Pasquino – risulterebbe però che l’uomo, molto attivo sui social, conduca una tranquilla esistenza proprio nella capitale del paese, addirittura con un figlio. Sarebbe stato indicato anche uno specifico indirizzo del possibile domicilio del cugino ma neanche questo è servito a trovarlo.
L’impasse del processo
L’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio era già stata rinviata, nel novembre scorso, proprio al 21 gennaio 2025, per consentire ad autorità diplomatiche e polizia giudiziaria di rintracciare l’imputato. Proprio ieri, però, il giudice – constatando ancora l’impossibilità di scovare il 40enne – ha disposto nuove ricerche con l’invio degli atti all’Ambasciata italiana di Manila, sperando che da qui al 24 giugno (giorno della prossima udienza) l’uomo venga trovato. In caso contrario il processo – finché all’imputato non verrà inoltrata la notifica del procedimento a suo carico – non potrà proseguire.
Le accuse della Procura
La Procura di Perugia aveva contestato all’uomo di aver costretto la minore “a subire e compiere atti sessuali mediante violenza, minaccia e abuso di autorità”, pure quando questa dormiva. Abusi che, secondo il sostituto procuratore, avvenivano sistematicamente ogniqualvolta lui “si trovava da solo con lei nell’abitazione“ tifernate, e sempre “con una strenua resistenza della bambina”. La ragazza, oggi donna, ha trovato il coraggio di denunciare gli orrori fisici e psicologici solo molti anni dopo ma ora chiede giustizia immediata.