La Giunta regionale dell’Umbria provvederà a riallineare la procedura per la somministrazione della pillola abortiva ai due pareri del Consiglio superiore di sanità e di Aifa. E’ stata laconica la risposta dell’assessore Luca Coletto, nel question time, all’interrogazione presentata dalle opposizioni affinché la Regione annullasse quella che è stata definita dalle stesse opposizioni e dai movimenti delle femministe e altre associazioni la “delibera della vergogna“. La delibera 467 del 10 giugno 2020 con cui la Giunta regionale, ha colto l’occasione di alcune modifiche ai protocolli sanitari per l’emergenza Covid per introdurre l’obbligo del ricovero ospedaliero di tre giorni per le donne che vogliono praticare l’interruzione farmacologica della gravidanza con la pillola RU 486. Due successivi interventi amministrativi che facevano leva su un vecchio parere del Consiglio superiore di sanità.
Proprio il caso umbro ha indotto il ministro Speranza a chiedere un nuovo parere, che questa volta esclude la necessità del ricovero ospedaliero. Con la conseguente indicazione delle nuove linee guida ministeriali sull’interruzione di gravidanza farmacologica.
Nuove linee guida che però la Giunta Tesei non ha ancora recepito.
“Adesso la Regione Umbria – ha detto il capogruppo dem Tommaso Bori – non ha più alibi: faccia quello che gli impone la legge: annulli la delibera 467 e adegui le linee guida regionali a quelle emanate dal Ministero lo scorso 12 agosto, per far tornare l’Umbria una regione all’avanguardia nel panorama dei diritti civili e a sostegno della libertà di scelta e di autodeterminazione delle donne. Volevate rendere inaccessibile un diritto,
invece avete consentito la fruizione di linee guida per tutta Italia, anche
se non le applicate. Si nota anche una scarsa conoscenza dell’argomento:
non ci sono stati eventi avversi con la pillola, non si conosce quello che si
va ad affrontare in maniera propagandistica e oggi che il ministero ha
risolto le criticità ancora nessuna modifica. Siamo oggi a ricordarvelo,
dopo le proteste delle donne scese in piazza e vogliamo sapere come mai
ancora oggi non si sa nulla”.
L’assessore alla sanità, Luca Coletto, si è limitato a dire che “non c’è nessuna
volontà da parte della Giunta regionale di non applicare le direttive
intervenute. Prendiamo atto dei pareri che sono arrivati e ci riallineiamo a
quanto stabilito dal Consiglio superiore della sanità e dal Ministero”.
Cosa che aveva assicurato anche la presidente Tesei una volta che il Css aveva espresso il nuovo parere.
Parole che però non hanno soddisfatto Bori: “E’ una non risposta,
che ci siano le norme lo sappiamo, sono di un mese fa, è evidente che c’è
la volontà di non applicare i dettati di legge. Tutti sconfessano le vostre
scelte sbagliate, come l’ospedalizzazione, lo dicono le società
scientifiche, i medici, e ora c’è questa lentezza nell’applicare le
nuove linee guida. Non permetteremo ancora ritardi su questo tema. Non si fa campagna elettorale sulla pelle delle donne”.