Circa 1.500 accessi pediatrici al pronto soccorso di Spoleto in un anno, mentre da un anno i pediatri sono costretti a turni massacranti, garantendo però comunque un servizio eccezionale. Ora a loro supporto non ci sono soltanto professionisti pagati a gettone, ma anche la possibilità di una formazione di alto livello attraverso costose apparecchiature. A donarle è l’associazione Il Sorriso di Teo, che finora ha contribuito a rendere cardioprotette 17 scuole di Spoleto, donando in tutto 23 defibrillatori (anche a due associazioni sportive).
Il punto della situazione sul reparto di pediatria dell’ospedale San Matteo degli Infermi e sulla formazione all’interno del nosocomio (che viene fatta qui per tutta l’Usl Umbria 2) è stato fatto proprio in occasione della presentazione della donazione fatta dall’associazione in memoria del piccolo Matteo Baroni, morto a 13 anni, 3 anni fa.
L’associazione Il Sorriso di Teo, guidata dal papà Cristian, ha infatti regalato due strumentazioni indispensabili per la formazione avanzata dei medici nella trattazione dei pazienti pediatrici. Si tratta di un manichino avanzato lattante (che riproduce un bambino da 1 mese ad 1 anno di vita), che permette di simulare varie patologie, relative al cuore ed alle vie aeree, ed un simulatore di trapano intraosseo, utilizzato per garantire l’accesso venoso in emergenza ed infondere liquidi. Una pratica, quest’ultima, importantissima e di cui c’è stato bisogno in ben 3 casi nelle ultime settimane all’ospedale di Spoleto (l’ultima lo scorso fine settimana) su pazienti di pochi mesi.
L’impegno de Il Sorriso di Teo
“Si tratta della prosecuzione naturale di quello che abbiamo avviato 2 anni fa – ha spiegato Cristian Baroni – siamo partiti dalle scuole, per proteggere i più giovani: i defibrillatori possono essere un primo passo. Abbiamo deciso di ampliare il nostro progetto, pensando alla preparazione dei medici nell’uso di apparecchiature salva-vita sui bambini, per le quali la formazione secondo noi è più importante, essendoci effettivamente meno casi rispetto agli adulti“. L’associazione comunque proseguirà nel dotare gli istituti scolastici di Spoleto di defibrillatori (con relativi corsi di formazione per il personale): questa settimana ne dovrebbero venire consegnati altri due, alla scuola elementare di San Giovanni di Baiano ed alla terza sede dell’istituto Alberghiero. Ma l’obiettivo è di passare poi anche al resto della città, perché sia effettivamente cardioprotetta.
Le strumentazioni donate
Nel dettaglio, Il Sorriso di Teo ha donato al San Matteo degli Infermi, il manichino lattante di addestramento “Als Baby trainer”, utile per la simulazione clinica avanzata nei casi di emergenza e per l’addestramento di medici ed infermieri. Fino ad oggi non erano disponibili, presso l’Azienda Sanitaria, manichini simulatori pediatrici avanzati e pertanto c’era la necessità di noleggiare tale materiale per poter svolgere correttamente il corso. Tutto ciò con aggravio di costi ed aumento della complessità organizzativa a scapito talvolta della possibilità di poter svolgere regolarmente il corso.
Oltre a questo, la donazione comprende un simulatore di trapano intraosseo, che consente di simulare infiltrazioni con aghi per infondere liquidi principalmente su lattanti ma non solo. In totale la donazione ammonta a circa 5mila euro, 4.500 per il solo manichino.
Pediatria, rinforzi “a gettone” in attesa di assunzioni
La donazione è avvenuta alla presenza del direttore sanitario dell’ospedale di Spoleto, Luca Sapori, dei membri dell’associazione Il Sorriso di Teo, della dottoressa Stefania Gallina, della responsabile del servizio formazione dell’Usl 2 Maria Stefania Gallina, del dottor Alessandro Francia, dirigente medico del 118 dell’area Spoleto-Valnerina e responsabile dei corsi di formazione, dei primari del pronto soccorso Gianluca Proietti Silvestri e di pediatria Maurizio Stefanelli, oltre che della dottoressa Daniela Galeazzi.
Ma la conferenza stampa è stata l’occasione anche per fare il punto sulle difficoltà del reparto di pediatria del San Matteo degli Infermi, in realtà simili a quelle di altri ospedali in Italia. Una carenza cronica di pediatri che ha portato di recente all’impossibilità di assumerne a Spoleto: deserti i bandi pubblici, anche se un altro è stato bandito nelle ultime settimane e qualche professionista nuovo dovrebbe essere assunto.
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Nel frattempo, per scongiurare la chiusura della pediatria – che comporterebbe anche quella del punto nascite – i tre pediatri “e mezzo” presenti fanno dei turni massacranti e ad aiutarli sono arrivati di recente dei medici a gettone: due dall’ospedale di Perugia e uno da quello di Città di Castello. Una situazione tampone che dovrebbe proseguire fino a fine giugno, poi si vedrà.