Le riflessioni di un lettore di Tuttoggi cacciatore e il suo appello alla Regione su un tema molto dibattuto nelle ultime settimane nel mondo venatorio
Sulla vicenda dei ripopolamenti in Umbria, alla luce del Piano faunistico, riceviamo e pubblichiamo queste riflessioni di un nostro lettore appassionato di caccia.
Per farla breve, con queste mentalità e con queste associazioni venatorie la caccia non ha futuro. Avevamo un Piano faunistico, tra l’altro approvato da tutti, associazioni venatorie comprese che, giustamente, prevedeva la graduale eliminazione dei ripopolamenti con animali da allevamento e l’istituzione di tante aree di rispetto per favorire la riproduzione di selvaggina stanziale buona e l’irradiamento.
Un piano faunistico che guardava con coraggio al futuro ma, in questi 5 anni di validità del Piano le associazioni venatorie ( non tutte) hanno ostacolato la creazione delle Art in tutti i modi. Finalmente per questa prossima stagione venatoria la Regione Umbria voleva attuare il piano ed impedire i ripopolamenti ma, tutti contro, con il risultato che non solo si immetterà nel territorio nuovamente selvaggina da allevamento ma non si potrà nemmeno acquistare selvaggina di cattura dall’estero che negli anni ha dimostrato straordinarie capacità di adattamento e riproduzione con la soddisfazione di tantissimi cacciatori.
Purtroppo ancora una volta ci troveremo ad assistere al triste mercato delle scatole di animali con le associazioni venatorie che fanno il commercio delle tessere per un pollo o un coniglio in più. Faccio un invito all’Assessorato e all’ufficio caccia: non piegatevi alle volontà imbarazzanti di queste associazioni venatorie, la caccia ha bisogno di serietà e di una svolta epocale, di cultura, di formazione, di studio, non di associazioni che prima organizzano mille convegni nel territorio riempiendosi la bocca sull’importanza delle Zrc e delle Art e poi sono le prime a distruggere le prime e ad ostacolare le seconde.
Massimo Stellini