Categorie: Foligno Istituzioni

A MONTEFALCO E' PARTITO IL PROGETTO “FALCHI NEL MONTE”

Due gheppi di sesso diverso volano felici sopra le vigne e gli ulivi della Ringhiera dell'Umbria . A luglio del 2007 , il Comune di Montefalco decise di adottare due rapaci della specie ” Falco Tinnunculus” nel tentativo di reintrodurli in natura . Il progetto era audace e di inestimabile valore didattico . Una amministrazione pubblica che decide di inserire nella propria anagrafe uccelli di questo tipo pensa davvero in grande e attinge dalle vestigia del passato per guardare al futuro con lungimiranza . Ora , dopo circa otto mesi di distanza da luglio dello scorso anno , Federico e Costanza ( sono i nomi dati ai volatili ) vengono giornalmente tenuti sotto controllo . Infatti è partita la seconda fase del progetto ” Falchi nel Monte ” e un team di esperti , coordinato da ” Artuà for Nature ” , sta lavorando per fare in modo che la coppia possa convolare a nozze e successivamente nidificare senza lasciare il territorio . Montefalco si chiama così per un fatto che è una via di mezzo fra realtà e leggenda . L'imperatore Federico II Hoenstaufen , lo ” Stupor Mundi ” , nacque a Jesi nel 1194 . Sua madre , Costanza D'Altavilla , lo partorì in pubblico poiché nessuno credeva che ella , vista l'età avanzata , fosse in grado di dare alla luce un figlio che potesse continuare la dinastia . Il rampollo dal sangue blu crebbe in un ambiente familiare in cui era forte l'amore verso la natura . E lui , ancora molto giovane , si interessò di cavalli , di cani e di caccia . Federico II , nei primi mesi del 1240 , quando aveva 46 anni , ebbe modo di passare a Coccorone ( così allora si chiamava Montefalco ) e qui , secondo gli storici , perse due falchi che a lui servivano per l'attività venatoria . Essi vennero ritrovati pochi giorni dopo . E Federico , come segno di ringraziamento , decise di cambiare nome alla città in ” Monte del Falco “. I due gheppi che ora solcano i cieli sopra la città del Sagrantino e di Benozzo Gozzoli rappresentano quindi un messaggio universale di tutela della biodiversità e un forte richiamo alla vicende storiche di una comunità che ha saputo fare tesoro delle sue ricchezze artistiche e culturali.