"A Gaza muoiono i bambini", un grido dalla Palestina / Cessate il fuoco - Tuttoggi.info

“A Gaza muoiono i bambini”, un grido dalla Palestina / Cessate il fuoco

Sara Cipriani

“A Gaza muoiono i bambini”, un grido dalla Palestina / Cessate il fuoco

Anche Perugia si mobilita e presenta una lettera aperta alla Regione Umbria e al Ministero degli Esteri / Foto da Gaza
Lun, 14/07/2014 - 16:42

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“Ciao, mi chiamo Maysam. Sono ancora viva”. Sono terribili e crude queste parole sulle labbra si una bambina di 10 anni. Maysam vive a Gaza, Palestina, e nonostante l’appello di speranza il suo sguardo sembra rassegnato. Ombrato dall’orrore e dalla paura. Una voce che arriva dritta alla stomaco. Come le immagini che si trovano in rete, in questi giorni. Basta cercare un po’, non molto. E ti trovi catapultato nel peggiore dei mondi che vorresti immaginare. Corpi senza vita e senza dignità. Straziati. Non più sentimenti, genere, credo. Solo corpi che raccontano, senza filtri, di un fallimento pesante, totale. Il fallimento della parola, della contrattazione, dell’incontro, della risoluzione. Dell’intelligenza.

E poco importa, oggi, chi ha torto e chi ha ragione. L’orrore, la devastazione, i missili sono qui. Sta succedendo adesso. Non possiamo più far finta di non vedere. Non è lontano. Non è un altro mondo. Sono “affari nostri”. E’ una nostra responsabilità. E va fermato. In Palestina, come altrove. I problemi, risolti per altre vie. Non può pagare Maysam. Non può pagare Mahmoud.

La mia Palestina – Da alcuni giorni, poco dopo l’inizio dell’ultimo attacco a Gaza parlo con Mahmoud. Di notte. Su Facebook. E’ lì che l’ho incontrato. Per colpa delle sue foto. Raccapriccianti. Ha 22 anni, studia inglese all’università. Vuole diventare un professore. Da 7 giorni, invece, gira per Gaza e raccoglie i feriti. E da una mano al pronto soccorso. E’ da lì che vengono le sue foto. E’ per quello che si collega di notte. Mentre finalmente mangia qualcosa. Mi racconta la sua giornata, con una rassegnazione disarmante. Come se fosse normale scappare, ripararsi al suono delle sirene, cercare l’acqua, restare al buio. Provare paura.

“Hello, my friend”, è Mahmoud che mi chiama dallo schermo del telefono. Quando sono ormai a casa. Quando provo ad appoggiare la fatica, prima di riprenderla il giorno dopo. Dopo aver mangiato tranquilla. Un’altra vita. E’ Mahmoud che mi chiede di aiutarlo a raccontare cosa sta succedendo. Non parla di politica. Non parla di religione. Mi dice solo:

“Muoiono i bambini. Non è giusto”.

Come dargli torto. Poi un “See you soon”, ci vediamo presto. E inaspettatamente penso “Lo spero”. Chiude con un “Take care”, abbi cura di te. Lui, a me.

La solidarietà – Tante le manifestazioni di partecipazione e solidarietà per una “Palestina libera”, in questi giorni. In tutto il mondo. E anche Perugia ha fatto la sua parte. Il presidio indetto dalla Biblioteca Popolare “Cosmo Rosso” è ben riuscito, nonostante la pioggia circa 500 persone si sono radunate sotto alla Prefettura. Oltre alle tante sigle che si sono mobilitate nel capoluogo umbro, era presente anche la comunità palestinese. In Italia e in Umbria le mobilitazioni andranno avanti per tutta la settimana per chiedere subito il cessate il fuoco.

Di seguito il testo letto ieri 13 luglio, al presidio in Piazza Italia:

Lettera aperta alla Regione Umbria, al Ministero degli Esteri

Gaza da 8 anni é totalmente assediata, da terra, mare e cielo. Non ha scudo antimissile né rifugi, non ha una sola via di fuga, da quando l’Egitto ha chiuso il passo di Rafah.

1.600.000 persone (in gran parte minorenni) sono segregate, alla mercé dei bombardamenti del governo israeliano in una sottile striscia di terra di 45 km per 15, su 350 kmq, senza acqua potabile, né elettricità e quasi senza combustibile né materiale medico per assistere le centinaia di feriti (impossibile dare cifre, ogni ora si aggiungono altri 2 morti).

Questa non è una guerra né un fuoco incrociato, come ci vuol far credere la versione israeliana. E’ un massacro perpetrato dal 4º esercito più potente del mondo, nella zona più densamente popolata del mondo e contro un popolo che non ha mai avuto un’armata né un’aviazione. Un popolo che da 70 anni resiste al regime di occupazione militare e colonizzazione razzista più brutale e prolungato degli ultimi tempi, un regime che rappresenta un caso UNICO nel XXI secolo.

L’acquiescenza, l’impunità e la legittimità che il mondo ‘civilizzato’ garantisce al governo israeliano è in contrasto con tutte le Risoluzioni ONU, TUTTE violate da quel Paese.

Il governo israeliano continua sulla stessa strada perché non ha mai dovuto pagare alcun prezzo per i suoi ripetuti e quotidiani CRIMINI DI GUERRA: dopo la “operazione piombo fuso” (2008-2009), che lasciò a Gaza 1400 vittime in 20 giorni di bombardamenti, la relazione Goldstone (l’incaricato ONU) ha riconosciuto il governo israeliano colpevole di crimini di guerra, ma la comunità internazionale l’ha ignorata, il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU l’ha archiviata e nessuna misura è stata presa per sanzionarlo. Noi non cadiamo nella trappola del “chi ha sparato per primo”. Ricordiamo invece le parole di Frank Barat, Coordinatore del Tribunale Russell sulla Palestina: “Il governo israeliano ha dichiarato guerra al popolo palestinese nel 1947/1948, quando pulì etnicamente la maggior parte di quel territorio. Questo deve restare chiaro soprattutto se si risponde alla domanda “ chi ha iniziato?”.

Le ed i palestinesi continueranno a resistere con tutti i mezzi ed hanno il diritto di farlo contro una politica di occupazione, colonizzazione, pulizia etnica e punizione collettiva. Non vale per i Palestinesi la Risoluzione 3101 dell’Assemblea Generale ONU (1973) che riconosce il diritto dei popoli sotto dominazione coloniale straniera, e sottoposti a regimi razzisti, a combattere per la propria autodeterminazione ? Abbiamo bombardato Belgrado per “proteggere” i kosovari dal legittimo Governo jugoslavo, mentre i Palestinesi possono essere bombardati da un Governo occupante? Che ha da dire il Governo italiano sulle (modeste e ragionevoli) condizioni che pone la resistenza palestinese di Gaza per porre fine al lancio dei missili?

1) fermare l’offensiva contro Gaza
2) fermare gli attacchi aerei
3) rispettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco del 2012
4) liberare i prigionieri, già scarcerati per lo scambio del 2011 (con Gilad Shalit) e che sono stati di nuovo catturati
5) non interferire nel Governo unitario dei Palestinesi.ESIGIAMO L’INTERVENTO della REGIONE nei confronti del GOVERNO ITALIANO e della UE per imporre IL RISPETTO DELLA LEGALITÀ INTERNAZIONALE ANCHE al GOVERNO ISRAELIANO, cominciando con l’imporre il cessate il fuoco immediato, fermando così il MASSACRO e la PULIZIA ETNICA dei palestinesi e restituendo loro la propria terra.

Le sigle aderenti al presidio sono

Udu Perugia
Rifondazione Comunista Provincia di Perugia
Giovani Comuniste/i Provincia di Perugia
Associazione Culturale FIDEM
Ya Basta Perugia
Csoa ex Mattatoio
Bella Queer
Comitato L’altra europa con Tsipras – Perugia
Ponte Solidale s.c.s.
Associazione Culturale “Per sempre Banditi”
Giosef Perugia
Retedeglistudenti Regionale/Provinciale
Anpi studentesca Perugia
Macadam
Giovani socialisti Perugia
Emergency Perugia
Asicuba Umbria
Comitato umbro “un ponte per”
Sezione Anpi Bonfigli Tomovic
Arci Comitato Territoriale di Perugia
Omphalos Arcigay Arcilesbica di Perugia
CGIL Camera del Lavoro di Perugia
Circolo Culturale “primomaggio”
Circolo PRC scuola e università J.Reed Perugia

Traduzione dell’appello di Maysam: “Ciao, mi chiamo Maysam e ho 10 anni. Sono palestinese e vivo a Gaza. Io voglio dirti che sono ancora viva e non sono una terrorista. Perciò non uccidermi, dammi una possibilità di restare viva”

Le foto di Perugia sono di Nicolò Nannini / Le foto di Gaza sono di Mahmoud 

© Riproduzione riservata

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